di Mario De Michele

Mi dispiace parlarne ancora. Abbiamo già concesso a Laura Treviso i suoi (immeritati) 10 minuti di celebrità in ossequio a Andy Warhol. Ma la canea che si è scatenata via Facebook e WhatsApp sul mio presunto sessismo è davvero insopportabile. E mi spinge a ritornare sull’articolo pubblicato ieri da Campania Notizie su una nota stampa a firma della stessa Treviso, di Tommasina Casale e di Benedetta Del Vecchio. Le tre esponenti del Pd casertano hanno replicato a una video-intervista rilasciata a Campania Notizie dal consigliere regionale Gennaro Oliviero. Introducendo il comunicato ho scritto che “se nel dibattito tra i dem casertani intervengono anche tre pasionarie che non rappresentano politicamente nulla, è la conferma che il Pd di Terra di Lavoro è davvero allo sbando. Un partito ridicolo”. Apriti cielo. “Che vergogna, Mario De Michele è un maschilista, un sessista”, hanno scritto alcune donne dem sul web e in messaggi privati. Ma sono cascate male. Chi mi conosce e mi segue sa bene che se di sessismo si tratta è all’incontrario. Riconosco e l’ho sempre fatto la “superiorità” delle donne sui maschi. A mio avviso hanno una marcia in più. Ma proprio perché non sono mai stato sfiorato in vita mia da tentazioni maschiliste non ho mai fatto differenze nei miei opinabili giudizi politici. Credo sia questo il modo migliore e più onesto di affermare la parità di genere vera. Chi scende in campo nell’arena della politica non può ritenersi immune da critiche, ripeto opinabili, solo perché appartiene al gentil sesso. Mettere davvero sullo stesso piano uomini e donne significa proprio questo: trattare tutti allo stesso modo. E avere la libertà (quando si possiede onestà intellettuale) di attaccare gli uni e le altre. Senza distinzione di sesso. Quando ho coniato l’appellativo di segretario provinciale facente finzione attaccando Raffaele Vitale per le sue mancate scelte, per l’incapacità di imporre la sua leadership, nessuno ha gridato allo scandalo. Quando ho praticamente bacchettato tutti i dirigenti maschi del Pd (da Graziano, a Caputo, passando per Abbate, De Michele e Cappello) per le beghe interne al partito nessuno ha avuto da ridire, se non in qualche caso chi era bersaglio delle accuse. Ora che nel mirino finiscono tre donne si brandisce l’arma del femminismo. Ecco, questo è un approccio sessista. Maschi e femmine non sono uguali? E allora perché i primi sono criticabili sul piano politico, mentre le seconde no? Questo atteggiamento le danneggia due volte: le rende “diverse” dagli altri e le fa apparire sempre come “vittime” di chi sa quale complotto antifemminista. Come è avvenuto anche in questa polemica. Ed ecco apparire sul profilo Fb di Laura Treviso un post (nella foto) patetico e retorico: “Donne e politica. …Io non ho paura. Avanti più di prima. Il sessismo andrà a casa. Contateci”. Ma paura di chi e di cosa? Dai, Lauretta, nel Pd non c’è nessuno più innocuo di te. Chi e perché dovrebbe intimidirti? Quel sessista di Mario De Michele? È mortificante per tutte quelle donne impegnate in politica che pretendono, giustamente, spazio perché sono brave e capaci, non perché sono donne, e basta.

Alla battaglia femminista ha preso parte l’ineffabile Pina Picierno, sempre in trincea per le battaglie di civiltà e per la legalità. Ovviamente a chiacchiere. E quindi non ha perso l’occasione di partecipare alla canea antisessista. Non avendo nulla da fare, in ambito politico ovviamente, ha immediatamente commentato il post della Treviso. “Come ben sapete, non condivido nulla di quel che avete scritto nel comunicato, ma trovo insopportabili il tono e le parole usate dal giornalista che purtroppo non é nuovo a esternazioni vergognose di questo tipo. E io ne so qualcosa, diciamo. Tutta la mia solidarietà”. Che parolone. Ma quali sarebbero le mie esternazioni vergognose nei suoi confronti? Ho scritto che è allergica alla politica. Che non è all’altezza del suo compito. Che è solo fuffa. È sessismo? A me sembrano solo valutazioni politiche suffragate da decine di (non) fatti. Qualche casertano o campano ricorda un provvedimento concreto adottato dalla Picierno per dare risposte al territorio? Se me n’è sfuggito qualcuno scriva in redazione. Mi ricordo le sue ormai leggendarie figuracce nelle numerose apparizioni tv. Memorabile quella della spesa mensile con 80 euro. Ho più volte scritto che la deputata europea deve la sua carriera politica al padrino politico di turno (Ciriaco De Mita e Dario Franceschini). E’ falso? Oppure solo perché è donna non avrei dovuto osare dire la verità? Egregia onorevole Picierno, è lei che dovrebbe vergognarsi per il suo carrierismo e per l’infaticabile rincorsa alle poltrone. Le donne in politica sono una risorsa. Lo dimostrano Rosaria Capacchione e Lucia Esposito, solo per citare qualche esponente del Pd. Lei invece, illustre onorevole Picierno, è solo aria fritta. E lo sarebbe anche se si chiamasse Pino.

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