Mobilitazione dei vigili del fuoco appartenenti al Conapo, sindacato autonomo di categoria, che guidati dal loro segretario provinciale Gianfranco Leonetti, raggiungeranno a piazza Montecitorio il 15 ottobre i colleghi di tutta Italia per manifestare unitamente ad altri corpi civili e militari dello stato. “La Corte Costituzionale – si legge – in maniera lapidaria ha dichiarato che il blocco dei trattamenti economici del pubblico impiego e’ illegittimo, significando che indebitamente sono stati sottratti alle famiglie dei dipendenti pubblici ingenti somme di denaro attraverso il blocco dei contratti. Dal 29 luglio il Governo dovra’ iniziare a corrisponderci cio’ che e’ stato illegittimamente sottratto ! Comprendiamo, anche se non condividiamo, le motivazioni per le quali la Corte Costituzionale non abbia disposto anche la restituzione totale del maltolto al fine di non far saltare il banco della finanza pubblica. Ma noi non ci stiamo ! Crediamo sia doveroso provvedere a indennizzare questo danno ingiustamente cagionato. Cio’ che le donne e gli uomini in divisa del Comparto Sicurezza e dei Vigili del Fuoco chiedono e’ che si provveda a stanziare nella Legge di Stabilita’, attualmente in elaborazione, le somme necessarie per corrispondere una “una tantum” che possa risarcire almeno il 25% di quello che e’ stato “scippato” illegittimamente, Parimenti chiediamo che il Governo posti nella stessa Legge di Stabilita’ le risorse necessarie per un contratto dignitoso per i Servitori dello Stato. Comprendiamo le difficolta’ dovute alla crisi economica e le esigenze di risanamento della finanza pubblica e pertanto non intendiamo presentare proposte demagogiche, ma riteniamo non sia possibile scendere al di sotto del minimo storico dei nostri contratti di lavoro. Ipotizzare poco piu’ di 60 euro netti per un agente in relazione ad un contratto biennale e’ forse troppo? Col medesimo rapporto economico, in un contratto triennale come previsto si dovra’ partire dalla cifra di 100 euro netti. Non ci si venga a dire che si tratta di una richiesta esosa o non compatibile con lo stato delle pubbliche finanze perchè il Governo se vuole – sottolineiamo: se vuole! – ha la possibilita’ di provvedere al recupero di gran parte delle somme necessarie procedendo con una operazione di giustizia sociale.Sono state corrisposte negli ultimi anni somme di 80 euro al mese non alla famiglie, ma a singoli dipendenti pubblici o privati con un livello salariale fino 1.500 euro netti, senza sottoporre la fruizione di tale beneficio ad un quoziente familiare. Questo ha determinato che una persona con lo stipendio di 1499 euro netti al mese percepisce gli 80 euro anche se coniuge di un alto funzionario, dirigente, libero professionista o affermato imprenditore che gua-dagna 5.000 euro al mese, mentre per converso un nostro collega monoreddito sposato e con figli appena uscito dal corso e sbattuto a 1.000 km di distanza dalle proprie zone di origine, senza alcun sostegno della propria rete familiare, non percepisce tale benefit perche’ impiegato in servizi esterni continuativi che lo porteranno a sforare di pochi euro il limite anzidetto. Ci chiediamo: sotto le false spoglie di un sostegno ai meno facoltosi, questa operazione degli 80 euro nasconde forse una manovra  propagandistica – elettorale? come paradigma per la fruizione degli 80 euro. Si recupereranno risorse importanti nella considerazione che l’intera manovra costa 8 miliardi di euro l’anno e soprattutto, ripetiamo, si realizzera’ una fondamentale operazione di giustizia sociale. I motivi di malessere dei nostri comparti sono infiniti e tra questi intendiamo segnalare all’opinione pubblica e al Governo che manifestiamo: – contro la militarizzazione del Corpo Forestale che annulla esperienze e professionalita’, spacciando per riforma una “riformicchia” che non portera’ alcuna utilita’ al sistema sicurezza. – contro i tagli alla Polizia Penitenziaria, al sistema giustizia e delle carceri per promuovere, in primis, l’istituzione di una Direzione Generale che riconduca a se’ tutte le competenze del Corpo, ad oggi frammentate e spezzate in piu’ articolazioni – contro lo spreco continuo di denaro e gli ipotizzati tagli ad autopompe dei vigili del fuoco e volanti, al fine di salvaguardare poltrone, prebende e privilegi. E’ necessario provvedere all’unificazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza con quello dei Vigili del Fuoco. – contro gli inaccettabili i tagli agli uffici, al personale, alle divise, ai mezzi e alle strutture che hanno debilitato e ridotto al collasso l’apparato della Sicurezza e contro la inaccettabile inerzia del Dipartimento della p.s. che ancora non ha attuato, nella Polizia di Stato, la riforma del 2000 sulle carriere, con la quale era necessario istituire il Ruolo Speciale, e contro la mancata copertura delle vacanze organiche degli Ispettori e dei Sovrintendenti che contano oggi un vuoto di 23.000 ufficiali di polizia giudiziaria”.