E’ stata effettuata nell’obitorio giudiziario dell’Università Federico II a Napoli l’autopsia sul corpo del piccolo C.W., il bambino britannico di sette anni morto venerdì scorso dopo avere mangiato con i genitori in un ristorante della Costiera amalfitana, a Scala (Salerno). Titolare dell’indagine, il magistrato Elena Cosentino. La Procura della Repubblica di Salerno – che indaga sul decesso del piccolo con i carabinieri del Nas di Salerno e della compagnia di Amalfi – ha iscritto tre persone nel registro degli indagati: il titolare del ristorante a Scala, in Costiera Amalfitana, il responsabile di sala e lo chef. “Credo – spiega all’Ansa l’avvocato dei tre indagati, Marcello Giani – che bisognerà attendere almeno un mese e mezzo o anche due mesi, prima di poter avere i risultati dell’autopsia. Si tratta, infatti, di accertamenti lunghi e complessi, dunque, i tempi di attesa non saranno brevi. Stamattina, i tre medici legali hanno effettuato una serie di prelievi. I miei assistiti – rimarca ancora il legale – sono essi stessi genitori e quindi stanno vivendo il dolore dei genitori del piccolo. E’ secondario, ma al contempo rilevante, anche il danno di immagine non solo per il ristorante ma anche per il paese e per la costiera amalfitana tutta. In questo momento, però, i miei assistiti esprimono solo solidarietà per la madre e il padre di questo bambino che non può essere che totale. Sono convinto – aggiunge l’avvocato Giani – che in questa vicenda non ci saranno vincitori ma solo sconfitti. Non mi riferisco al profilo processuale, ma a quello umano. Comunque sia, è morto un bambino. La vittoria processuale dei miei assistiti, che spero avvenga, non sarà mai una vittoria soddisfacente, è secondaria rispetto ad una vicenda dolorosa e drammatica nella sua totalità. I miei assistiti sono affranti e partecipano al dolore della famiglia”. Il piccolo era allergico al latte e gli inquirenti non escludono che, malgrado gli avvertimenti dei genitori ai responsabili del ristorante, gli sia stato servito un pasto nel quale potevano essere presenti tracce dell’alimento che gli avrebbe potuto procurare uno shock anafilattico. Per i tre indagati e’ ipotizzato il reato di omicidio colposo.