Commessi e cassieri, magazzinieri e capireparto della grande distribuzione sabato 7 novembre incroceranno le braccia in tutta Italia per chiedere il rinnovo del contratto, scaduto dal 2013, e difendere diritti e salario di fronte a turni di lavoro sempre più pesanti, con aperture tutti i giorni, anche domeniche, festivi e notturni.

Da Ikea a Decathlon, dalla Coop alla Rinascente, fino a Upim, Oviesse, Carrefour, Coin, sono migliaia i supermercati e i negozi di ogni dimensione chiamati alla mobilitazione da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Nel mirino ci sono le aziende aderenti a Federdistribuzione, Confesercenti e Distribuzione Cooperativa, a cui si chiede di sbloccare le trattative per i rinnovi. Sindacati e lavoratori, si legge in una nota della Filcams, “sono pronti a dare il via ad una lunga battaglia” che impazza già anche sui social network con l’hashtag #Fuoritutti. Dopo il 7 novembre, in assenza di segnali positivi per sbloccare le trattative, è in programma un’altra giornata di sciopero unitario per il 19 dicembre. Dal fronte delle imprese, una prima risposta arriva da Confesercenti. L’associazione afferma che il negoziato per lei “è ancora aperto” e la proclamazione dello sciopero “non ha tenuto in debita considerazione” la sua disponibilità a proseguire il confronto. La leader della Cgil, Susanna Camusso, ricorda lo sciopero nazionale pubblicando, su Twitter, una sua foto mentre mostra il volantino della manifestazione; si legge lo slogan “fuori tutti”, “contro l’attacco a diritti e salario”. Lo sciopero è unitario, proclamato dalle sigle di settore Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, e coinvolgerà gli addetti delle aziende aderenti a Federdistribuzione, Confesercenti e Distribuzione Cooperativa. E’ stato indetto per protestare contro il mancato rinnovo dei contratti nazionali di settore.

 

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