Durante i vari colloqui che ebbe con Roberto Fico (dopo la pubblicazione su alcuni giornali della foto della sua casa) riferì all’esponente del Direttorio del M5s i primi episodi in cui il consigliere comunale Giovanni De Robbio aveva fatto riferimento alle foto aeree dell’abitazione (circostanza che gli inquirenti ritengono un argomento per esercitare un ricatto nei suoi confronti). Lo afferma il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo nell’interrogatorio del 14 gennaio scorso davanti al procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e al pm della Dda Henry John Woodcock. ”In tali circostanze – ha detto il sindaco ai pm – io raccontai a Fico i primi due episodi in cui De Robbio mi aveva parlato della foto e aggiunsi che l’originale si trovava nella cassaforte di Intemerato (il geometra Giulio Intemerato, amico di De Robbio che avrebbe partecipato ad alcuni incontri in cui il sindaco sarebbe stato intimidito, ndr), di cui peraltro ignoravo l’esistenza di eventuali rapporti con De Robbio. Con Fico mi incontrai una ulteriore volta in un bar di piazza Amedeo a Napoli per discutere del fatto che ero stata convocata in procura e che, come prima cosa, mi erano state rivolte domande su De Robbio. In tale circostanza chiesi nuovamente la sua espulsione. La procedura, tuttavia, iniziò solo in epoca successiva a tale incontro quando io feci una richiesta scritta tramite e-mail allo staff. Preciso che l’incontro con Fico avvenne il 30 novembre e che l’espulsione fu decretata il 14 o il 15 dicembre, a distanza di una settimana dalla mia richiesta. Già il giorno successivo alla richiesta, peraltro, era intervenuta la sospensione di De Robbio. Si tratta di una procedura prevista dallo statuto del M5S, in quanto si dà all’interessato il tempo per presentare le sue controdeduzioni”. In un precedente passaggio del verbale, il sindaco si sofferma sulle richieste di nomine che erano state avanzate da De Robbio (”approfittando della influenza che aveva nei confronti dei consiglieri comunali ai quali andava a dire che io avevo tradito gli ideali del M5s, in quanto pretendevo di decidere da sola”). ”Ricordo che trovatami in difficoltà nei informai Roberto Fico al quale chiesi di indicare due nominativi di assessori, o meglio 4, dato che stava per andare via anche l’assessore alle politiche sociali e quello agli eventi ed allo spettacolo. Sapevo bene infatti che tutte le questioni e discussioni alle quali i consiglieri ritenevano di non poter rinunciare allorquando una proposta proveniva da me cessavano improvvisamente nel momento in cui la stessa proveniva da un componente del direttorio del M5s”.

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