L’iniziativa Muse e Musei-Racconti di Arte, Storia e Fede in Terra Laboris, ospitata dall’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, testimonia la costante attenzione e sensibilità della stessa verso l’umanizzazione quale principio cui ispirarsi e da perseguire. L’evento si ispira alla mitologia ellenica delle Muse. Le Muse nella mitologia Greca erano le nove figlie di Zeus e di Mnemosine, la dea della memoria.
A loro, protettrici dei dotti ed ispiratrici dei poeti, era intitolato il luogo che, nel palazzo reale di Alessandria d’Egitto, ospitava il più famoso cenacolo intellettuale dell’antichità: il Moseion, con la sua straordinaria biblioteca, l’osservatorio astronomico, il giardino botanico e zoologico e l’istituto anatomico, elementi valoriali sovente assenti nel territorio della Provincia di Caserta. Nel museion, era inclusa anche la scienza dell’anatomia. Arte e scienza, infatti sono state da sempre un binomio significativo che nel corso del tempo ha dato i suoi frutti. Frutti che nella dimensione attuale non sono spesso presenti in quanto non adeguatamente radicati e coltivati nell’humus ambientale e sociale. Sul’esempio di quanto testè citato quale miglior auspicio potrebbe rappresentare una corretta sinergia scientifico-culturale tra l’Ente Provincia e l’Azienda Ospedaliera, finalizzata all’istituzione di un museo integrato, quale volano delle testimonianze del riconosciuto patrimonio culturale espresso dal queste due realtà? Ancora nel XIX, in Francia Théodore Gericault, amico del dott. Georget, medico dell’ospedale della Salpetriére, fece alcuni studi di teste di alienati. Si trattava di materiale di dimostrazione che permetteva al dott. Georget di portare avanti le lezioni di patologia con più precisione. Oggi, invece, nel rapporto tra arte e scienza si tende ad eliminare la coscienza, poiché l’estetica viene opposta all’etica, in alcuni casi alle scoperte della scienza moderna, nonché al mero sfruttamento tecnologico. Il compito delle Muse, quindi, il ruolo giocato dall’arte, dalla musica, dallo spettacolo, così come quello di tutte le attività creative, è quello di ampliare gli orizzonti della coscienza, non solo in estensione e profondità, ma anche in altezza. Come ricorda Bernard Berenson, uno storico dell’arte di fama mondiale: “L’arte ha infatti sede nella ragione dello spirito, perché si basa su processi interni a noi che si manifestano alla coscienza. Quello che sotto il limitare della coscienza appartiene alla fisiologia e non all’estetica, alla teoria o alla storia dell’arte”. Le muse ci dimostrano come l’arte, intesa in tutte le sue forme, se ben orientata, rappresenta una forma costruttiva di crescita sociale e spirituale che ben si sposa ad un luogo dove anche la scienza ha sempre dialogato con l’arte. In conclusione, la disponibilità dell’Azienda Ospedaliera vuole rappresentare un autentico esempio di rinnovamento di estetica morale, valicante ogni forma di strumentalizzazione.