Per prendere i “cannibali”, come Sarri ha definito la Juventus, paragonandola a Eddy Merckx, ci vuole un cacciatore e il Napoli ha ritrovato il proprio killer dell’area di rigore, Gonzalo Higuain. L’argentino dopo un paio di settimane di digiuno, ha ripreso contro Fiorentina e Chievo il ritmo-gol da top bomber mondiale: sarà ancora una volta lui l’arma del Napoli per lanciare l’ultima sfida alla Juventus nel lungo sprint finale per lo scudetto. Che il chilo in più sulla bilancia cui si riferiva De Laurentiis fosse di muscoli, il Pipita lo ha dimostrato ancora una volta ieri, dominando l’area di rigore del Chievo e togliendo subito le castagne dal fuoco dopo l’erroraccio di Chiriches, che aveva portato al vantaggio veronese. Un gol che porta Higuain a quota 26 reti in campionato, 28 stagionali: Gonzalo è a una sola rete dal massimo stagionale che fu, nella stagione 2009/2010, di 26 gol in Liga con il Real Madrid e 29 stagionali, un tetto che Higuain con ogni probabilità supererà. Con la classifica cannonieri praticamente in tasca (Bacca e Dybala inseguono a 13 gol di distacco), Higuain ha ricominciato la marcia verso un doppio record. Il primo è quello di Edinson Cavani che, nella stagione 2012/13, vinse la classifica dei cannonieri con la maglia azzurra, segnando 29 reti. Il secondo obiettivo, durissimo ma non impossibile, porta ai 35 gol con i quali Gunnar Nordahl, nel Milan, chiuse la stagione 1949/50, record assoluto in Italia. Ma Higuain ci crede ed è determinatissimo: la sua ‘fuga’ dal terreno del San Paolo era dovuta, come ha spiegato Sarri, alla concentrazione e alla rabbia per non aver concretizzato le altre occasioni che gli sono capitate. Il cacciatore Higuain, insomma, ha fame ed è pronto a dare la caccia ai ‘cannibali’ juventini. Ma dalla serata contro il Chievo arrivano altre buone notizie per il Napoli, che ha ritrovato il successo dopo tre partite di campionato (cinque contando anche le due di Europa League), dimostrando che il calo era forse dovuto al contraccolpo del sorpasso-Juventus, ma che la squadra è ancora viva e, anzi, dimostrato una freschezza atletica che ricorda quella di inizio stagione: a testimoniarlo ci sono i numeri del dopo partita che parlando di un Napoli che ha percorso quasi 113 chilometri in campo, un dato che si avvicina ai 116 di Firenze, ed è molto diverso dai ‘soli’ 107, percorsi contro il Milan nell’1-1 al San Paolo. Un Napoli in salute, quindi, che ha ora nel mirino il Palermo: il ciclo contro le piccole va avanti e non si può sbagliare per coltivare il sogno-scudetto.