Non più tessere di mosaici che saltano, o rigonfi per l’umidità nelle sontuose Domus dell’antica Pompei. Un’area di 60mila metri quadri, con botteghe, attività commerciali, Domus e una rete viaria completamente accessibile, viene restituita al pubblico al termine degli interventi di messa in sicurezza della Regio VIII, previsti dal Grande Progetto Pompei (GPP). Si tratta della vasta area meridionale -occidentale della città antica, che a sud del Foro, dalla Basilica degli scavi si estende fino al quartiere dei teatri, affacciandosi su via dell’Abbondanza. Il soprintendente Massimo Osanna ha presentato alla stampa il risultato dell’impiego del finanziamento europeo: “Grazie all’impegno del personale della Soprintendenza e della Direzione del Grande Progetto Pompei che – ha spiegato – consente, per la prima volta, di aprire al pubblico: la Casa della Regina Carolina, la Casa del Cinghiale, la Casa della Calce, la Casa del Medico e l’Orto botanico con l’annesso edificio”. Restituito al suo splendore anche l’Odeion (Teatro piccolo). La messa in sicurezza che con il Grande Progetto Pompei sta interessando tutte le Regiones degli scavi, e, a mano a mano che gli esperti restauratori procedono, scompaiono le puntellature e i tubolari che sorreggevano le mura pericolanti. Si tratta di interventi fondamentali per assicurare l’incolumità della strutture archeologiche, salvaguardandole dal degrado e da eventuali perdite di materiale, ed è la base di partenza per una manutenzione sempre più sistematica e programmata dell’area archeologica, che già regolarmente affianca i lavori in corso. I principali interventi hanno riguardato le murature, gli affreschi e i mosaici, oltre a strade e marciapiedi, cancelli e coperture, e nello specifico degli apparati decorativi in interventi di pulizia, consolidamento, piccole integrazioni e sostituzione di materiali non idonei di vecchi restauri. Tutti i lavori sono stati eseguiti in maniera tale da risultare riconoscibili, reversibili e compatibili con il contesto archeologico. E sono tutti corredati da documentazione fotografica e in alcuni casi da rilievi laser scanner. I lavori sono stati diretti dall’architetto Annamaria Mauro della Soprintendenza Pompei, direttore dei lavori, con il supporto di uno staff multidisciplinare composto da architetti, archeologi, restauratori, ingegneri, geometri.
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