CASERTA – Sono trascorsi, oramai, otto mesi dall’insediamento della Giunta Del Gaudio. Il primo giro di boa fondamentale – quello dell’anno – si avvicina sempre più. “E’ tempo di formare bilanci – commenta il capogruppo di Fli Cobianchi – e non mi riferisco solo a quelli che rilevano sotto il profilo contabile. Non senza il più vivo rammarico, devo purtroppo rilevare che le sensazioni ed i presentimenti che l’Amministrazione ha suscitato sin dalle primissime mosse sono stati pienamente confermati dai fatti.

Al timone della nave vi è un uomo, sempre più solo, che, non possedendo una bussola, si era affidato all’osservazione delle stelle fisse. Sennonché il cielo è cambiato: si è fatto sempre più fosco, fino a rendere quei poli del tutto invisibili. All’inizio di ogni navigazione, di ogni traversata, occorre preliminarmente tracciare una rotta e, a ciò fare, tre sono gli elementi fondamentali da prendere in considerazione: porto di partenza, con relativa batigrafia; porto di arrivo; ostacoli intermedi, con le relative segnalazioni. Nella fattispecie sono mancate – e mancano – tutte e tre le informazioni: non si conoscevano i dati relativi al punto di partenza, pur essendo stati il Comandante, il Timoniere ed il Primo Ufficiale all’Opposizione per ben cinque anni (a far che?!); non è stata mai individuata la destinazione, l’approdo; non si posseggono portolani aggiornati, né strumentazione di bordo, o, comunque, non si sa come utilizzarli. Eppure la nave ha preso il largo, perché, secondo gli “armatori”, l’importante, per non far allarmare i viaggiatori, era partire….! Né, in corso di navigazione sono mancate le sbruffonate, i deliri di chi, avendo troppa fiducia in sé, confidando eccessivamente nella (dis)esperienza accumulata, compie manovre azzardate, che possono avere per conseguenza esiti drammatici, come fanno prova i più recenti fatti di cronaca. Non si può più tacere, anche se il silenzio era suggerito da nobili intenti, dal senso della responsabilità, dalla ferma volontà di non lasciarsi trascinare in facili demagogie, dando il giusto tempo a chi di dovere di apportare ed applicare i correttivi opportuni e necessari, smentendo, con i fatti, la sfiducia ed il sospetto che si era attirato. La misura è colma. Non si riescono a pagare gli stipendi dei Dipendenti in organico e la cura qual è?! Fare nuove assunzioni, tra cui quella di un amico, neo-Dirigente. Non si dice una parola sulle emergenze ambientali – suoli da bonificare; cave, elettrosmog – e, per contro, si lascia che un’intera Città si trasformi per giorni e giorni in una mega discarica a cielo aperto, in cui si moltiplicano episodi di anarchia, se non di vero e proprio terrorismo, mentre, sul tutto, aleggia un’aria di impotenza contro un non meglio identificato – ed identificabile – “Fato Avverso”. L’unica cosa che si sa fare è prendersela con lavoratori disperati, i quali, se hanno un solo torto, è quello di essere mal guidati e consigliati nella loro protesta che, pur sacrosanta nelle ragioni, ha assunto forme e modi non tollerabili in uno Stato di Diritto. Ma – ripeto – non è con i lavoratori che bisogna prendersela, né è su di loro che le Autorità chiamate a fare chiarezza devono soffermare l’attenzione. Posto che – con buona pace del Sindaco – il dissesto sta al Diritto Pubblico, come il fallimento sta al Diritto Privato, da “falliti”, si pretende di dettare al Tesoriere, in barba ad ogni Legge e prassi, tempi e regole di pagamento dei creditori quanto meno inconferenti, se non assurdi – invadendo, oltretutto, precipue attribuzioni dei “commissari liquidatori” – e, tra i creditori privilegiati, si dimenticano costantemente gli Operatori dei Servizi Sociali, i lavoratori ex. L. 328/2000, divenuti i desaparecidos della politica casertana, fatta di mille promesse mai mantenute, gestita da una classe di dilettanti allo sbaraglio, emersi contestualmente alla proclamazione della “Seconda Repubblica”, masanielli, di professione ex-portaborse, i quali, all’improvviso, hanno ritenuto che, per sostituirsi ai loro capi, bastasse scippare loro proprio la famigerata borsa. E, di qui, la rappresentazione dell’equivoco, uno degli ingredienti più ghiotti per gli scrittori della Commedia dell’Arte: goffi, in abiti di gala mai in precedenza portati (e che, finché erano rimasti lucidi, mai si sarebbero sognati di indossare: girare in frac, senza sembrare la caricatura di sé stessi, oltre ad almeno nove secoli d’ozio, richiede le physique du rôle) questi novelli “Mastri don Gesualdo”, piuttosto che “Calogeri SEDARA” si aggirano tronfi nei Palazzi del Potere, ostentando, con un ritmico dondolare del braccio (anch’esso da parvenu/e) proprio quella borsa. Peccato che non l’abbiano mai aperta e, soprattutto, che non abbiano mai imparato a leggere e, quindi, a gestire i documenti in essa contenuti…..! Hanno appreso appena in tempo, prima della “Rivoluzione”, come si crea una “clientela”. Il problema è che non sono neanche in grado di gestirla! In questo contesto, in riunioni di maggioranza che, pateticamente, si tenta si tener nascoste all’Opposizione, con un fare da carbonai disperati, il tema del giorno è una corsa forsennata contro il tempo per convocare, a tutti i costi, un Consiglio Comunale per la settimana entrante, al fine di approvare il consuntivo. Ad quid?! Per avere una nuova anticipazione di cassa. Da utilizzarsi per gli scopi propri?! No, ancora una volta per tamponare le emergenze, per far fronte al corrente, al pagamento degli stipendi dei Dipendenti del mese di Gennaio, nella peggiore tradizione del tirare a campare, alla giornata. E la censura inviata neanche tre mesi fa agli Amministratori Casertani dalla Corte dei Conti, in cui questi comportamenti venivano stigmatizzati come causa prima dello stato economico dell’Ente?! Semplicemente ignorata. D’altra parte, per uno dei Revisori dell’Ente, la Corte, da Organo supremo di controllo contabile, sovraordinato rispetto ad ogni EE.LL., diviene organismo terzo, che, in ragione di ciò, deve rimanere separato, nella fattispecie, da ogni attività del Comune! Eppure la Magistratura si era espressa senza infingimenti, a proposito della “crisi di liquidità”, dicendo come essa “non sia dovuta, come pur sostenuto dall’Organo di Revisione [di Palazzo Castropignano], ad una mera “differenza tra i tempi di riscossione delle entrate ed i tempi di pagamento delle uscite”, bensì dal “ripetuto e strumentale ricorso all’indebitamento””. Ed ancora: “L’utilizzo reiterato di tali risorse straordinarie a carattere non ripetitivo contrassegna da tempo la dipendenza dell’equilibrio economico dell’Ente da entrate in conto capitale che, ai sensi della lettera c) del comma 1 dell’art. 199 del TUEL, sono preordinate al finanziamento di spese di investimento: Tale fenomeno, oltre a comportare depauperamento del patrimonio dell’Ente, non può che peggiorare il deficit di liquidità, stante il diverso grado di realizzazione esistente tra le entrate eccezionali e le spese correnti fisse”. Sono certo che se si trattassero i Dipendenti Comunali con il rispetto che meritano come persone, come lavoratori e come professionisti, se si dicessero Loro parole di verità, Questi saprebbero comprendere e, per il bene dell’Ente da cui pur dipende il futuro Loro e delle Loro Famiglie, ben sarebbero disposti a fare nuovi sacrifici, a condizione di potere essere certi che essi siano utili, che non rappresentino cure sintomatologiche, bensì interventi definitivi, capaci di eradicare, una volta per tutte, il male. Se si continua così, alla prossima Amministrazione che guiderà Caserta non resterà che dichiarare nuovamente, quale primo atto, il dissesto. Questo per lo Stato, per Caserta ed i Suoi Cittadini avrebbe un costo insormontabile. E’ giunto il tempo dell’umiltà, in cui, preso atto dei propri reiterati fallimenti, chi di dovere torni ai suoi impieghi, gettando la spugna, e chi ha nominato – oltretutto contro Legge – Dirigenti l’unica garanzia di competenza dovrebbe risiedere nell’intuitu personae – un po’ poco, vista la contingenza – invochi l’aiuto di Professionisti le cui qualità siano state certificate da evidenze pubbliche, come gli ottimi Professori Ordinari di Ragioneria Generale, Contabilità Pubblica, Bilancio – mi riferisco a quelli divenuti tali prima della riforma degli anni ’90 (del novecento) – che arricchiscono i nostri Atenei e che ricoprono le proprie Cattedre in virtù della vittoria di tre concorsi nazionali”.

 

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