Due a zero per l’Inter, Juve che adesso può scappare a più 9. Due gol frutto di verticalizzazioni improvvise, porta blindata grazie a un presidio totale della propria metà campo, con raddoppi puntuali e meccanismi oliati. Aggiungeteci un Icardi in gran forma (e decisivo, ma questa è un’abitudine), uno Jovetic con più luci che ombre (e persino qualche dialogo col centravanti), e una difesa quasi perfetta: ci sarebbe quasi da nutrire fiducia per il futuro. Peccato solo, per gli interisti, che siamo a metà aprile. Una delle migliori Inter della stagione si porta temporaneamente a -3 dal terzo posto: certo, la Roma non pare in parabola discendente, ma rispetto all’inverno dello scontento nerazzurro sono passi avanti. E il Napoli? Ahi, Higuain: cosa hai fatto? Senza il Pipita, quando l’avversario non è il Verona, è dura: stasera il sostituto Gabbiadini ne vede poche, e non tira mai. La clamorosa serie della Juventus, che ha fatto 64 punti su 66 disponibili, avrebbe steso anche una squadra qualitativamente migliore e mentalmente più solida del Napoli. Che, a furia di vedere la Juve avvicinarsi, probabilmente ha perso certezze. Il processo è andato di pari passo con il calo fisico di alcuni elementi chiave come Allan e Jorginho. E ora rischia di compromettere quella che è stata comunque una grandissima stagione, che dovrebbe riportare con merito gli azzurri in Champions. Il Sarri che analizza la situazione con lucidità è quello che in conferenza stampa sostiene che la Juve abbia un organico troppo superiore. Ultimamente però, l’ex allenatore del Napoli si è spesso rifugiato nella ricerca di alibi (la polemica sugli orari su tutte) . Che invece di alleggerire la pressione hanno avuto l’effetto contrario, aumentando parecchio il nervosismo. Come si è visto a Udine. Le alternative ai dodici più impiegati (formazione tipo più Mertens) sono inferiori. E nel mercato di gennaio i rinforzi per il tecnico sono stati Grassi (subito infortunato) e Regini, che non hanno mai messo piede in campo. Troppo poco per provare ad arginare la rimonta bianconera. La Juve vincerà il quinto scudetto consecutivo verosimilmente il 1 maggio allo Stadium con il Carpi, o addirittura sette giorni prima a Firenze. Ora la squadra di Sarri, libera dal peso di dover competere per il massimo traguardo, deve guardarsi dal ritorno della Roma, che vincendo domani a Bergamo può andare a -3 con un invitante scontro diretto da giocarsi all’Olimpico alla terz’ultima. I 30 gol di Gonzalo Higuain hanno avuto l’effetto di un make-up ben eseguito su un’attrice alle prime rughe, che grazie al lavoro della truccatrice dimostra qualche anno in meno. Al Napoli è successa la stessa cosa: è stato trasformato in una serissima candidata allo scudetto dalle prodezze dell’argentino. Senza di lui, stasera a S. Siro sono venuti a galla limiti che il fanalino di coda Verona domenica scorsa non poteva mettere a nudo. La squadra è meno pericolosa, crea meno situazioni da gol. E alcuni giocatori bravi a suonare da secondi o terzi violini (Insigne, Hamsik) quando devono diventare la prima opzione non si dimostrano ancora all’altezza. Come si era già visto anche a Torino, scontro diretto che ha definitivamente ristabilito le gerarchie della serie A.