Dalle indagini dei carabinieri, è emerso che tre fratelli imprenditori sarebbero stati “stabili riciclatori” per conto della camorra napoletana, al servizio, in particolare, del clan Contini. Le indagini, dirette dalla DDA di Roma e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, hanno dimostrato che il loro impero economico, diventati proprietari di fatto di una holding di società attive nella gestione di numerosissimi ristoranti-pizzeria nelle principali vie del centro storico della Capitale con un volume d’affari sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, sarebbe stato gestito con modalità illecite, mediante una rete di società intestate a prestanome finalizzate al reimpiego e all’occultamento di ingenti risorse economiche di provenienza illecita. Ci sono bar, ristoranti e pizzerie, anche nel centro storico della Capitale, tra i beni confiscati dai carabinieri del Comando provinciale di Roma a quattro imprenditori. Si tratta di 28 esercizi commerciali tra cui bar, ristoranti/pizzerie; 41 beni immobili; 385 rapporti finanziari/bancari; 76 veicoli; 77 società titolari di parte dei beni e 300mila euro in contanti rinvenuti nel corso delle operazioni. I beni confiscati, già sottoposti a sequestro preventivo nel 2014 su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sono attualmente gestiti dagli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale.












