Sono più alti i prezzi del caffè negli Enti, nelle scuole e nei luoghi pubblici in provincia di Caserta rispetto alle altre province italiane. É quanto affermano le associazioni dei consumatori. Forse sono i numeri trionfali del fatturato dell’automatico ad alimentare ulteriormente le polemiche sui prezzi praticati nei luoghi dove, secondo le stesse associazioni, la ristorazione veloce dovrebbe essere un servizio e non un business vero e proprio. Così, mentre a Milano da tempo i consumatori protestano perché pagano il caffè al distributore 0.30 centesimi, a Caserta i prezzi lievitano fino a raggiungere la cifra dei 0.60. Questa protesta, segue la polemica della contabilizzazione degli approvvigionamenti dei distributori, tanto che qualche tempo fa si è persino parlato di evasione fiscale legalizzata: i distributori automatici hanno infatti l’esenzione dal rilascio dello scontrino fiscale in base ad una vecchia legge del 1996 (l’articolo 2 del Dpr numero 696 del 21 dicembre, 1996) che non è mai stata rivista in questi anni, come ha fatto notare l’Associazione contribuenti italiani. I gestori dei distributori automatici hanno infatti l’obbligo di segnare l’incasso giornaliero sul registro, ma non emettendo scontrino, sul dato certo posso sorgere dubbi di natura fiscale poiché a volte può non restare tracciatura delle transazioni. In questo senso forse stanno crescendo i dubbi anche sui contratti di fornitura presso gli Enti pubblici che concedono gli spazi ai gestori del servizio.

 

 

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