Avrebbero prospettato a diverse persone che potevano influire, mediante il pagamento di una somma di denaro, su alcuni pubblici ufficiali per aver la garanzia del superamento di concorsi pubblici nelle forze dell’ordine, ed in particolar modo nel Corpo della polizia penitenziaria. Nei guai sono finiti un ufficiale superiore dell’Esercito, la moglie, un appartenente alla polizia penitenziaria ed un docente di scuola superiore. Per loro il gip del tribunale di Napoli Nord (che ha sede ad Aversa) ha emesso una misura di custodia cautelare agli arresti domiciliari che è stata eseguita nella mattinata di oggi dai militari della Guardia di Finanza. Per altre due persone – si tratta di appartenenti alla polizia penitenziaria – è stato disposto l’obbligo di presentazione. Le persone coinvolte nell’inchiesta sono Carmine Imparato, 48enne residente a Carano di Sessa Aurunca, il maggiore dell’esercito Enrico Cassese, 48enne di Giugliano, la moglie Marianna Ciccarelli eil fratello Antonio. Sottoposti a obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria due agenti della penitenziaria: Giuseppe Garofano, 54enne di Aversa e Caterina Grimaldi 54enne di Giugliano. C’è, infine, un settimo indagato a piede libero. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al millantato credito. Al momento i militari della Guardia di Finanza – coordinati dalla procura della Repubblica di Napoli Nord – hanno focalizzato l’attenzione su ben 24 episodi con un un giro di denaro di circa 282mila euro. Dalle indagini emerge che all’esito infruttuoso dei concorsi alcuni indagati avrebbero cercato di evitare la restituzione del denaro sborsato dalle vittime. A far partire l’inchiesta la denuncia di qualche vittima, che alla beffa di non aver superato il concorso, vedeva aggiungersi il danno di non ricevere i soldi consegnati agli indagati. Secondo quanto ricostruito dai militari della Guardia di Finanza di Aversa, coordinati dal tenente colonnello Danilo Toma, per il superamento del concorso venivano chieste somme molto elevate, talvolta anche fino a 30mila euro. L’ufficiale dell’Esercito finito nei guai presta servizio a Napoli mentre il docente, secondo gli investigatori, avrebbe reclutato alcuni suoi ex allievi. Dalle indagini è emerso che il gruppo avrebbe organizzato riunioni con i genitori dei ragazzi anche a casa dell’ufficiale dell’Esercito.

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