Quattro aziende tessili sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza nel Casertano, nella zona cosiddetta Terra dei Fuochi, per violazioni ambientali legate allo smaltimento dei rifiuti industriali e per il mancato rispetto della normativa sulla sicurezza e salute negli ambienti di lavoro. Nel corso dei controlli i finanzieri hanno inoltre individuato 24 lavoratori in nero. A Lusciano, in un calzaturificio, i finanzieri hanno individuato un locale abusivamente edificato, adiacente all’ opificio principale, accessibile attraverso una parete amovibile, destinato all’assemblaggio delle calzature tramite l’utilizzazione di colle e solventi altamente tossici, in assenza dei necessari sistemi di aerazione e filtraggio. All’ interno del locale sono stati poi trovati due lavoratori assunti irregolarmente. La titolare dell’azienda, un’italiana di 52 anni, è stata denunciata denunciata. A Sant’Arpino, invece, nei locali di un’azienda operante nel settore del confezionamento di abiti da uomo gestita da un cittadino pakistano – che è stato denunciato – dei 31 lavoratori identificati al momento dell’intervento 16 erano in nero. Altre due fabbriche di abbigliamento ricavate in locali di pertinenza di un condominio composto da civili abitazioni sono state individuate sempre a Sant’Arpino e gestite da altri due cittadini pakistani, entrambi denunciati. All’arrivo dei militari erano intenti a lavorare sulle macchine cucitrici e stiratrici 13 lavoratori, dei quali 6 senza regolare contratto. Nell’occasione tre lavoratori stranieri risultati irregolari sul territorio nazionale alla vista dei finanzieri hanno tentato di fuggire. Sono stati rinvenuti anche circa 100 chilogrammi di residui delle lavorazioni tessili pronti per essere irregolarmente smaltiti nelle campagne circostanti.