Se il Pd non fa chiarezza posso anche fermarmi qui Occorre chiarezza, responsabilità e determinazione, così non si va da nessuna parte. Non si vince da soli, si vince tutti insieme o almeno con chi crede veramente che un cambiamento sia possibile. Bisogna dare segnali in un’unica direzione, il Partito Democratico non può più vivere nell’ambiguità. Se non ci sono i presupposti per andare avanti, io posso anche fermarmi qua. Qualcosa è cambiato nella cosiddetta nomenclatura non nella gente comune che continua a tributarmi il suo affetto quotidiano e che, soprattutto, continua a credere in me e nel proggetto di cambiamento che ha rappresentato la mia candidatura. Nessun padrone, nessun lacciuolo, nessun interesse da dover tutelare: solo la voglia di metterci faccia, impegno, cuore e passione per Maddaloni. I maddalonesi lo hanno capito. La vera e propria mobilitazione che c’è stata in occasione delle primarie ne è la prova. Un numero di consensi personale pari a quello con cui è stato eletto un consigliere regionale ne è la prova. E il Pd? Avrebbe dovuto accompagnare questo processo con autorevolezza legittimando politicamente quello che la città ha già legittimato con il suo suffragio. Qualcosa si è inceppato. In una fase in cui bisognava dimostrare autorevolezza e bisognava sgomberare il campo da equivoci si è scelto di fare confusione e di dare ancora una chance a chi ha pubblicamente dichiarato che non vuole stare nel nostro schema politico e a chi lavora ogni giorno per smentire il riconoscimento del lavoro che tanti volontari con grande sacrificio stanno portando avanti. Oggi chi si tessera al Pd sceglie di condividere il progetto di Razzano sindaco. Non perché lo dico io, ma perché lo impongono le regole del partito e perché lo chiede la città. Io sono stato legittimato dalla gente non dal segreto delle stanze. Ai cittadini va dato un segnale forte e autorevole che sia la prova del cambiamento che ho messo in campo e che rappresenti un principio di rispetto delle regole e quindi di legalità. Cosa rappresenta il tesseramento di Smarrelli? Il ripensamento di Flavio rispetto al responso di Maddaloni e delle primarie o il tentativo di creare confusione visto che in più riprese ha dichiarato che non riconosce ne il risultato delle primarie ne il ruolo dei 4 subcommisari? E il comportamento dei Gd per quanto altro tempo deve essere giustificato? E il tesseramento di quei soggetti dichiaratamente schierati in altri progetti? Addirittura si sono rivolti ad un personaggetto casertano in cerca d’autore per porre sempre problemi. Ognuno in politica è libero di assumere legittimamente una posizione, certamente non lo può fare stando in una casa e portare l’acqua al mulino di un’altra casa. Le dichiarazioni e i posizionamenti del post primarie la città li conosce bene e rispetto a questi interlocutori non si può più far finta di niente, i non addetti ai lavori non ci capiscono più nulla. In attesa di capirlo io mi fermo e pretendo una presa di posizione. Chi si dovesse assumere la responsabilità di tutto questo avrà il dovere di farlo capire alla città che ha scelto altro, ha scelto una persona che rappresenta un motore per il vero cambiamento, non ha scelto il classico vogliamoci bene o abbiamo scherzato. Io non ho scherzato e con me le 1948 persone che mi hanno votato. Se non c’è chiarezza, trasparenza e volontà di lavorare nell’interesse della città avendo come unico obiettivo la vittoria alle amministrative e non il numero di tessere o il posizionamento in qualche area per la fase congressuale, io non ci posso essere.

Giuseppe Razzano

Candidato sindaco del centrosinistra a Maddaloni

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