La Polizia di Stato di Caserta ha arrestato 3 persone ritenute responsabili dell’omicidio di Angelo Piccolo, ucciso a Casoria il 14 marzo 1996, reato aggravato dalla finalità mafiosa in quanto commesso con l’obiettivo di favorire il clan camorristico dei Belforte. I poliziotti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, che ha coordinato le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Caserta. I 3 destinatari dell’ordinanza sono ritenuti esponenti di spicco del clan Belforte: si tratta di Domenico Belforte, 59 anni, già detenuto, Felice Napolitano, 53 anni, già detenuto, e Gennaro Buonanno, 67 anni, già agli arresti domiciliari. Le indagini, spiega il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, hanno ricevuto “un determinante impulso dalle dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia”, tra i quali Antonio Iovine e, dal 2015, Salvatore Belforte, esponente apicale dell’omonimo clan. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’omicidio sarebbe maturato nell’ambito della dura contrapposizione tra il clan Belforte, detto anche dei “Mazzacane”, e il clan Piccolo, detto dei “Quaqquaroni”, del quale la vittima era esponente apicale. Diversi gli eventi avvenuti nei due anni precedenti l’omicidio che gli investigatori considerano “prodromici” all’uccisione di Angelo Piccolo. In particolare, Felice Napolitano, detto “Capitone”, fino ad allora killer del clan Piccolo, e i fratelli Domenico e Salvatore Belforte, durante un periodo di comune detenzione nel carcere di Benevento, strinsero un patto segreto che prevedeva il passaggio di numerosi affiliati del clan Piccolo nelle file del clan Belforte e l’eliminazione dei restanti esponenti rimasti fedeli al capoclan Angelo Piccolo. L’accordo ebbe come conseguenze l’uccisione di diversi uomini fidati di Angelo Piccolo: Alfredo Di Giovanni, ucciso l’11 ottobre 1995, Francesco Lasco, ucciso il 30 dicembre 2015, Raffaele Piccolo, ucciso l’1 febbraio 1996 e lo stesso Angelo Piccolo, ucciso a Caivano il 14 marzo 1996. Nella faida furono uccisi anche esponenti della famiglia Piccolo, come Giovanni Piccolo, fratello di Antimo e Angelo, ucciso nella propria stanza da letto il 5 dicembre 1997. Qualche mese prima, il 10 aprile 1997, per un regolamento di conti interno al clan Belforte, erano stati uccisi i coniugi Biagio Letizia e Giovanni Breda. Al termine della guerra di camorra, il clan Belforte conquistò la piazza di Marcianise e del vicino comune di Capodrise, imponendo la propria egemonia su tutte le attività illecite anche nel territorio dei comuni di San Marco Evangelista, San Nicola la Strada, Maddaloni e Caserta, egenomia rafforzata da un patto di non belligeranza con il clan dei Casalesi.

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