I Finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, al termine di una complessa attività d’indagine delegata dalla Procura Regionale della Corte dei Conti per la Campania, hanno ricostruito e quantificato un danno erariale di circa 30 milioni di euro, dal 2008 ad oggi, derivante dalla mala gestio del patrimonio immobiliare pubblico costituito da numerose cavità del sottosuolo di Napoli di proprietà statale o comunale, utilizzate da privati. La Magistratura Contabile, per il danno erariale in parola, ha – ad oggi – emesso atto di “invito a dedurre” nei confronti di nove dirigenti attuali e pro tempore dell’Agenzia del Demanio ritenuti responsabili di aver arrecato nell’ultimo decennio un danno erariale di ingenti dimensioni, attesa la constatata mancata ovvero sottostimata corresponsione dei canoni di locazione derivanti dall’occupazione di numerose cavità di proprietà statale ubicate nel sottosuolo della città. Gli accertamenti dei militari del I Gruppo Napoli hanno riguardato circa 30 unità del sottosuolo, illecitamente occupate da fiorenti esercizi commerciali e/o da importanti associazioni culturali. Dai riscontri effettuati, numerose cavità sono risultate addirittura sconosciute agli Enti proprietari. In alcuni casi è stato accertato l’occupazione senza titolo e senza corrispettivo di alcune di esse; mentre in altri, pur essendo stato stipulato un contratto tra l’Ente pubblico gestore ed i soggetti giuridici occupanti, è stata accertata la corresponsione di una somma annuale irrisoria rispetto ai valori di mercato. Le suddette cavità del sottosuolo, spesso costruite all’interno di immensi blocchi di tufo, roccia magmatica accentuatamente presente a Napoli, durante il secondo conflitto mondiale, costituirono degli importanti ricoveri antiaerei, utilizzate dai cittadini per rifugiarsi durante i numerosi bombardamenti alleati subiti dal capoluogo partenopeo. Con la fine delle ostilità, furono acquisite in gran parte al patrimonio immobiliare del Demanio statale. I dirigenti pubblici responsabili del danno dovranno adesso rappresentare alla Procura Regionale della Corte dei Conti i motivi per i quali non hanno proceduto, ciascuno per il periodo di permanenza nella rispettiva carica, alla regolarizzazione delle occupazioni ovvero alla richiesta di corresponsione dei canoni adeguati in conseguenza dell’utilizzazione da parte di privati degli ex rifugi antiaerei.