Il 2012 “sarà un anno di recessione” per l’Italia che dovrà subire una caduta del Pil dell’1,5%. Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco lancia, dal palco del Forex di Parma, un monito ai banchieri che invita a ‘guardare avanti” e darsi da fare per normalizzare le condizioni dei mercati finanziari e del credito grazie alle quali si potrà stabilizzare l’attività produttiva a fine 2012 e tornare a un’espansione del reddito nel 2013.
Anche il governo che ha compiuto passi “coraggiosi” riconosciuti dall’opinione pubblica internazionali deve ora ripeterli su altri fronti come pensioni, lotta all’evasione fiscale. Visco rileva infatti come la Bce e le banche centrali dell’Eurosistema hanno fatto e stanno facendo la loro parte per sostenere la liquidità e l’attività di prestito delle banche ma per ricondurre lo spread dei titoli di stato a livelli normali occorre che le “politiche nazionali continuino a essere orientate alla stabilità e alla crescita” mentre l’Europa deve andare avanti con la riforma della governance. Le inquietudini degli investitori, che hanno fatto schizzare lo spread in autunno, ora che il differenziale è sopra i 300 punti si “sono attenuate ma non dissipate”, ammonisce. Il governatore compie una rapida disamina dei problemi e le ricette per uscire dalla crisi, molti delle quali provenienti dalla Banca d’Italia e dal suo ufficio studi: dalle riforme strutturali, alle liberalizzazioni e alla competitività delle imprese oltre che la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale. Questo perché “la politica monetaria non può da sola risolvere la crisi” e perché solo solo una crescita sostenibile può contribuire al risanamento dei conti pubblici. Tuttavia il nostro paese, grazie agli interventi correttivi realizzati dal governo può contare su un aggiustamento della finanza pubblica in corso anche in caso di “ipotesi poco favorevoli in termini di crescita e tassi di interesse”. L’avanzo primario del 5% previsto nel 2013 garantirà, spiega Visco, una riduzione del rapporto debito/Pil superiore a quella chiesta dall’Europa in uno scenario di +1% Pil e di spread sopra i 300 punti. In Italia infatti, riconosce il governatore, “la politica economica ha compiuto progressi prima ritenuti impensabili in direzione della sostenibilità finanziario ad esempio sul fronte del sistema pensionistico”. Progressi che ora Visco si attende su l’efficienza del sistema tributario, la lotta all’evasione fiscale, la rivisitazione della spesa pubblica, la razionalizzazione di norme, istituzioni e prassi che “tengono imbrigliate le energie del paese, comprimono la competitività delle imprese e mortificano le attese dei più giovani”.