Su delega del Ministro dell’Interno, il Prefetto di Napoli, Carmela Pagano, ha nominato la Commissione di accesso presso l’Asl Napoli 1 “per verificare l’eventuale sussistenza di tentativi di infiltrazione e/o di collegamenti della criminalità organizzata nel contesto dell’amministrazione della suddetta Asl, nella cui gestione è ricompreso l’ospedale S. Giovanni Bosco, interessato da una “recente vicenda giudiziaria”.
Sarebbe emerso infatti dall’indagine della magistratura che alcuni esponenti dei clan di Secondigliano si sarebbero serviti di alcune strutture dell’ospedale come base logistica. I componenti della commissione sono il prefetto Santi Giuffrè, Maria Teresa Mincione, in servizio presso il Provveditorato alle Opere pubbliche della Campania, Molise, Puglia e Basilicata, e il dirigente di II fascia Marco Serra, in servizio presso il Ministero dell’Interno.
Dura la reazione del presidente della Regione: “Buffonata politico-propagandistica, il prefetto si dimetta”. De Luca ha attaccato la decisione del prefetto Pagano. “È un atto ridicolo e cialtronesco, che fa da sponda a una politica politicante che ancora tenta di mettere le mani sulla sanità campana”. Al governatore non quadra neanche la tempistica del provvedimento. “Un atto che arriva – casualmente – 12 ore prima della riunione prevista per domani a Roma”, un incontro che potrebbe essere decisivo per l’uscita della Campania dal commissariamento della sanità, decisione che De Luca – avendo risanato i conti – chiede da mesi in un clima di forte polemica soprattutto con il M5S. Il governatore ha inoltre ricordato gli atti da lui compiuti nell’ultimo anno per affrontare la questione San Giovanni Bosco, in particolare la richiesta al prefetto di un posto di polizia fisso nell’ospedale.
Sulle dichiarazioni del presidente della Regione è intervenuto il ministro Salvini: “Totale solidarietà al prefetto di Napoli, che ha nominato la commissione d’accesso alla Asl Napoli 1 per verificare eventuali infiltrazioni della camorra. Contro i boss non si scherza”. E aggiunge definendo “gravissimi le accuse e gli insulti” di Vincenzo De Luca.