La villa del boss diventa ufficio comunale. Stanze sontuose e vasche ad idromassaggio nella palazzina multi piano. L’edificio, composto da diversi appartamenti è situato in via Campagna ed è stato confiscato dalla Dda al termine del processo contro l’Alleanza di Secondigliano. L’avvio della procedura invece, è stata adottata della Commissione Straordinaria e dal vice prefetto Gabrielle D’Orso unitamente al colonnello della Polizia locale, Luigi Maiello. Beni confiscati che hanno rappresentato una delle motivazioni cardine che hanno decretato il nuovo stop alla politica nelle stanze comunali. L’ex maggioranza, con a capo Fiorella Esposito, è stata ritenuta rea, secondo gli atti dell’accesso e del DPR poi, di non aver attuato le procedure necessarie ad affidare i beni e, in alcuni casi, dati in gestione ad associazioni senza requisiti. Il manufatto, oggetto del progetto, è composto da un villino multipiano con annesso giardino e garage. Centinaia di metri quadrati confiscati alla malavita sono entrati a far parte del patrimonio indisponibile del Comune circa una decina di anni fa. Lo ha stabilito con apposito decreto l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Una delle tante proprietà che l’appartenente al clan Licciardi, Angelo Caiazza, condannato in via definitiva, deteneva sul territorio. Infatti, risultava titolare addirittura di altre tre abitazioni, in via Pecchia, via Barone e via Volpicelli. Ora, il Comune appena commissariato, che già in passato ha avuto parte attiva nella lotta alla criminalità organizzata, impegno concretizzatosi nell’acquisizione al proprio patrimonio di immobili oggetto di confisca, guarda alla villa per garantire il prosieguo delle proprie attività pubbliche, destinandola a usi comunali. Intanto vanno avanti le indagini della DdA su politici e dirigenti proprio in merito alla gestione dei beni.

 

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