di Mario De Michele

Andiamo subito al sodo sennò gli untori social del fangovirus la buttano in caciara nel tentativo (vano) di mestare nel torbido e nell’auspicio (pia speranza) di confondere l’opinione pubblica di Succivo. Poche considerazioni. Qualche domanda secca attraverso una lettera aperta a Salvatore Papa. Egregio vicesindaco lei, appoggiato dai suoi sodali con la mangiatoia bassa e con il concorso esterno di pedofili, truffatori e tangentisti, ha avviato una campagna Fb contro il sottoscritto. Si è scelto una pessima compagnia. Ma non sta a noi giudicare. Ognuno è libero di decidere chi frequentare e per chi simpatizzare. Un amministratore locale, anche in questo, dovrebbe essere più oculato. Sono problemi suoi. Esimio Salvatore Papa, lei e la sua gang mi accusate di essere un pregiudicato. Benissimo. La questione è delicata. Sarebbe riduttivo e svantaggioso anche per lei affrontarla tramite i social o a mezzo stampa. Sarà chiarita nelle sedi competenti. Per superare la bagarre alimentata da lei e dal suo clan, nell’accezione etnologica, do ragione a tutti i miei detrattori: sono un pluripregiudicato delinquente abituale. Va bene così? Assodato che Mario De Michele è un malvivente, illustre signor Papa è consentito a un organo di informazione non al suo servizio, a differenza di altri in vendita a 20 euro a botta, porre due-tre interrogativi a un vicesindaco?

E non le sembra doveroso che un rappresentante delle istituzioni risponda con chiarezza, senza buttarla in rissa, per rispetto degli elettori? È la democrazia, bellezza. Chi più di lei dovrebbe essere un assertore della democrazia essendo un esponente del Pd, acronimo di partito democratico? Allora democraticamente ci risponda con un “sì” o con un “no” senza filosofeggiare anche perché l’unico in famiglia che può filosofare è suo zio Franco Papa, uomo di cultura verso il quale nutriamo massima stima. Per stoppare ogni conato di generare confusione, ribadisco: “Sono un pluripregiudicato delinquente abituale”. Io mi sono “autosistemato”, ora si metta “a posto” anche lei, caro vicesindaco Papa, non solo tramite il concorsone regionale. Complimenti per aver superato le preselezioni per la categoria C1. A proposito, visto che lo incontra spesso, ci saluti il consigliere regionale Stefano Graziano, persona e politico di alto profilo. Veniamo a noi, anzi a lei, perché io ha già dato (“sono un pluripregiudicato delinquente abituale”).

Prima domanda: le risulta che suo cognato Michele Aletta sia il braccio operativo del clan locale Mundo-Lucariello? Risponda senza giri di parole con un “sì” o un “no”. Seconda domanda: è vero che lei tramite Fb ha difeso suo cognato definendolo “innocente” in seguito agli articoli di Campania Notizie in cui abbiamo dimostrato, carte alla mano, come Aletta sia un camorrista? Sì o no? Suvvia, egregio Papa se proprio non vuole rispondere al sottoscritto pluripregiudicato delinquente abituale dia una risposta per rispetto nei confronti dei cittadini. La collettività deve sapere se il vicesindaco ha un cognato camorrista. La popolazione ha il diritto di essere messa a conoscenza del fatto che il braccio destro del primo cittadino pubblicamente difende o meno un esponente della criminalità organizzata. Un altro piccolo dubbio: il clan di cui fa parte Aletta chi ha appoggiato e votato alle elezioni comunali di Succivo del 2016? Qui rispondiamo noi senza tema di smentita: Aletta sicuramente non ha dato il suo voto a suo cognato Salvatore Papa. Non poteva pur volendolo. Ne siamo certi al 100%. Era in carcere per camorra. È stato in cella dal 15 settembre 2015 al 18 ottobre 2017. In primo grado è stato assolto. In Appello si vedrà.

Il nocciolo politico-amministrativo non è questo. Il vicesindaco Papa lo sa bene, così come gli altri membri della sua banda. C’è un cittadino di Succivo che non sa che Aletta è affiliato al clan Mundo-Lucariello? C’è una persona del posto che non è venuto a conoscenza delle spedizioni punitive di Aletta? C’è una sola anima viva che considera Aletta una persona perbene? Ecco. Siamo arrivati al sodo. I parenti non si scelgono, verissimo. Ma un amministratore comunale che difende un affiliato ai Casalesi non si è mai visto. Peggio è successo solo a San Cipriano d’Aversa, dove il fratello di Antonio Bardellino diventò addirittura sindaco. Il sottoscritto lo ha scritto in tutte le salse: Michele Aletta è un camorrista che dovrebbe stare in carcere perché socialmente pericoloso. Un pluripregiudicato delinquente abituale come me lo dice ad alta voce. Il vicesindaco Papa lo difende. Qualcosa non va. O no?

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