Sono dichiarazioni da raggelare il sangue quelle di Orlando Lucariello. Il pentito ha ricostruito ai pm della Direzione antimafia di Napoli gli intrecci tra politica e camorra a partire dalla fine degli anni ’90 fino a quando ha deciso di collaborare con la giustizia. Dalla sua cronistoria prende forma un “sistema” affaristico-criminale da brividi. Non solo l’ex sindaco di Orta di Atella Angelo Brancaccio era sostenuto dai Casalesi alle elezioni. Anche quelli precedenti sono stati appoggiati dal clan. Nella città atellana e nei paesi limitrofi tutto ruotava attorno a Michele Aletta, di mestiere affiliato al gruppo Schiavone-Russo. Sulla carta lavoratore socialmente utile al Comune di Succivo. Nella vita cognato del vicesindaco Salvatore Papa. Eppure l’esponente della giunta Colella continua, tra l’incredulità generale, a difendere il suo parente. Lo fa arrampicandosi su specchi più alti dell’Everest. Aletta è stato arrestato per reati di camorra, assolto in primo grado, ma è ancora in corso l’Appello. Però basta porre pochi e semplici interrogativi al primo che passa per le strade di Succivo per comprendere il suo spessore criminale e la sua “notorietà”. Conoscete Michele Aletta? “Certo, chi non lo conosce!”. Perché è così famoso? “È il braccio operativo del clan Mundo”.

Vox populi, vox Dei, affermavano i latini. Chi fa informazione seria ha il dovere di andare oltre le plebiscitarie dicerie, soprattutto alla luce della difesa d’ufficio del vicesindaco Papa che ha pubblicamente definito il cognato “innocente e perbene”. Le parole della seconda carica istituzionale di un Comune non sono quelle dette magari tra il serio e il faceto davanti al bar dello sport. Sono pesanti come massi. Parliamo di un personaggio politico molto influente sul territorio. Talmente potente da alimentare su Fb una campagna d’odio, con il sostegno di loschi individui, nei confronti di chi cerca di fare semplicemente cronaca attraverso un’operazione verità. Attenendoci alla verità raccontata dal pentito Lucariello ai pm della Dda dobbiamo dare una brutta notizia al vicesindaco di Succivo: egregio Salvatore Papa, suo cognato è un camorrista. Smetta di difenderlo. E si rassegni. Con una presenza così ingombrante non potrà mai candidarsi a sindaco. Sarebbe uno schiaffo alla città. Alla legalità. Al 99% dei succivesi che vivono di lavoro e non di pizzo. A dirla tutta qualsiasi altro politico del mondo si sarebbe dimesso anche da vicesindaco ritirandosi a vita privata. Papa non è stata nemmeno sfiorato da questa ipotesi. Ovvia quanto doverosa. Al contrario ha rilanciato. Ha sbandierato ai quattro venti che il cognato Aletta è “innocente e perbene” nella speranza che una bugia ripetuta mille volte diventi verità. Quando si è attaccati alla mammella del potere a volte si smarrisce il senso della misura. E della realtà.

Ritorniamo ai fatti. Lasciamo il mondo virtuale a chi si è scavato la fossa da solo e ora vorrebbe dare la colpa ad altri per il suo suicidio politico. Leggete cosa confessa Lucariello ai magistrati e giudicate voi. “In merito alla candidatura ed elezioni a sindaco di Brancaccio nonché di precedenti sindaci (si tratta di Orta di Atella e il riferimento è a Nicola Arena e Luigi Ziello, ndr) voglio precisare che tutta la campagna elettorale veniva gestita dal clan. Tale attività – aggiunge il pentito – veniva svolta direttamente sul territorio da persone affiliate ovvero da altre che comunque ci conoscevano… Le persone che si sono occupate direttamente di tale attività sono tra gli altri Michele Aletta, Raffaele Letizia, mio cognato Salvatore Mundo, Indaco Mario, Cristofaro Antonio, Corrado Russo e commercianti che comunque ci pagavano e noi davamo indicazioni sull’assegnazione dei voti”. E Aletta sarebbe innocente e perbene? Il vicesindaco di Succivo Papa ha un’idea allarmante, proprio perché esponente politico-amministrativo di spicco, dei concetti di innocenza e onestà.

Ecco cos’altro dice Lucariello, fratello di Maria Grazia Lucariello, moglie del boss Mundo “o’ Mister”. “In ordine ad entrambe le candidature del Brancaccio a sindaco di Orta preciso che lo stesso venne avvicinato da Gennaro “a munnezza” e Michele Aletta e alla presenza di Mundo Salvatore gli dissero che sarebbe stato eletto solo grazie al nostro intervento e naturalmente garantendo da parte sua interventi in nostro favore…”. Il collaboratore di giustizia parla di Aletta come anello di congiunzione tra il clan dei Casalesi e Brancaccio negli anni del cemento. “Per quanto riguarda le vicende del comune di Orta di Atella – dichiara Lucariello – venivano effettuate periodicamente apposite riunioni a cui partecipavano anche il sindaco Brancaccio; tali riunioni si svolgevano sempre a casa di Michele Aletta”.

Solo dalle nostre parti un vicesindaco può schierarsi senza vergogna accanto a un affiliato dei Casalesi. Solo dalle nostre parti uno come Salvatore Papa continuerebbe come se nulla fosse a tenere i fili dell’amministrazione comunale di Succivo. Solo dalle nostre parti la politica è finita così in basso. Nel burrone dell’indecenza.

Mario De Michele

(continua…)

ALCUNI STRALCI DELL’ORDINANZA SUI LEGAMI

TRA CLAN DEI CASALESI, BRANCACCIO E ALETTA

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