Gli era andata di lusso al sindaco di Cesa Enzo Guida. Di questi tempi per fare bella figura aveva a disposizione un ampio ventaglio di nomi per scegliere il nuovo comandante dei vigili urbani. Grazie alle decine di scarcerazioni di boss di grande, medio e piccolo spessore criminale avrebbe potuto indicarne uno a caso per riempire la casella mancante del posto vacante di capo della polizia municipale. Troppo eclatante? In effetti, sì. Ma almeno non avrebbe fatto la figura barbina di chi o non sa quello che fa o è in malafede, oppure al limite, per voler essere buonisti all’ennesima potenza, era all’oscuro di aver collocato alla guida dei caschi bianchi un individuo che la prefettura di Napoli (prima foto in basso) definisce “un collaboratore pienamente coerente con la volontà politica di Amministrazioni non improntate alla legalità”. E ancora: “È permeabile all’ingerenza degli interessi criminali”. Il prescelto si chiama Antonio Piricelli, tenente colonnello, noto alla giustizia italiana per una serie di procedimenti penali in corso con accuse pesanti come macigni. Passi anche questo. Vogliamo essere garantisti fino al parossismo. I processi faranno il loro corso. Quello che sconcerta della decisione del sindaco Guida è che Piricelli negli ultimi 3 anni e mezzo è stato al comando della polizia municipale in due enti locali spazzati via entrambi per camorra. Il primo, dov’è in pianta organica, è il Comune di Casavatore, la cui amministrazione fu sciolta nel gennaio 2017. Il secondo è Sant’Antimo, città commissariata lo scorso marzo per infiltrazioni mafiose.
Si potrebbe dire: vabbè che c’entra? Può capitare, soprattutto tra il Napoletano e il Casertano, di lavorare presso enti locali i cui fili di collegamento con i clan sono stati recisi dallo Stato senza che i dipendenti comunali avessero nulla a che fare con le cosche. Ma, come già accennato, Piricelli non è un dipendente comunale qualunque. Uno di quelli al di sopra di ogni sospetto. Tutt’altro. Da una rapida lettura della relazione del prefetto di Napoli Carmela Pagano balza agli occhi che il tenente colonnello è direttamente coinvolto negli scioglimenti per camorra dei consigli comunali di Casavatore e Sant’Antimo. “Piricelli – si legge nel documento della commissione di accesso che ha indagato su Sant’Antimo – è risultato incline a tollerare, ovvero a consentire l’ingerenza da parte di soggetti esterni all’Ente, collegati ad ambienti della criminalità organizzata, nella vita amministrativa del Comune” (seconda foto in basso). Da qui nasce la nostra provocazione al sindaco Guida: visto che ha scelto un comandante dei vigili considerato colluso con la camorra non avrebbe fatto poi tanto scalpore se avesse puntato direttamente su un boss. Nella sostanza cambia poco. Anche qui qualche hooligans, col prosciutto sugli occhi, dell’amministrazione di centrosinistra di Cesa potrebbe obiettare: il tenente colonnello Piricelli possiede i titoli e i requisiti per capeggiare la Municipale. Neanche questo è vero. Lo si evince da un’altra relazione, quella della commissione d’accesso che ha determinato lo scioglimento dell’assise di Casavatore. I componenti dell’organismo chiesero al prefetto di Napoli di revocare a Piricelli la qualifica di pubblica sicurezza.
Non a caso quest’ultimo fu rimosso dall’incarico di capo dei caschi bianchi di Casavatore. Il primo maggio 2019 Piricelli cambia aria. Viene chiesto in prestito (che acquisto!) fino al 31 maggio 2020 dagli amministratori locali di Sant’Antimo. A Casavatore festeggiano. Le persone perbene. A Sant’Antimo festeggiano. Non quelle per bene. In particolare i clan che storicamente si occupano del redditizio e inquinato settore delle onoranze funebri. In questo caso la commissione d’accesso che ha operato a Sant’Antimo sottolinea come Piricelli non abbia operato il controllo sulla certificazione antimafia di una ditta della famiglia di un boss storico per evitare l’interdittiva e consentire ai titolari di continuare a fare affari sporchi per milioni di euro. Per disegnare il preciso profilo del tenente colonnello Antonio Piricelli abbiamo bisogno di altre puntate. Ne parleremo diffusamente perché c’è molto da scrivere. Si potrebbe girare un film horror. Oggi ci preme fare alcune valutazioni sull’operato del sindaco Enzo Guida. Com’è possibile che non fosse a conoscenza della “carriera” del nuovo capo dei vigili? Perché ha indetto un bando, tra l’altro senza la costituzione di una commissione esaminatrice, nel bel mezzo del concorso pubblico per assumere proprio il nuovo comandante? E perché quel concorso è fermo da mesi? Ci risulta che al bando abbia partecipato solo Piricelli. Inutile andare in cerca di scuse. Ciò non vuol dire che Guida dovesse portare a termine l’iter. Piricelli dovrebbe prendere servizio l’11 maggio. Il decreto di nomina spetta al sindaco. Quindi le sorti del comando dei vigili urbani sono nelle mani del sindaco. Come quelle dell’intera comunità.
Lo dico da cittadino di Cesa, non da cronista o vittima della camorra: mai come in questa fase le istituzioni, a tutti i livelli, devono dare segnali univoci e inequivocabili. Nel mio caso prefettura, magistratura e carabinieri stanno agendo in modo irreprensibile. Il sindaco Enzo Guida no. È ancora in tempo per rimediare. Lo faccia subito. Altrimenti si dimetta. È meglio per tutti. Anche per lui.
Mario De Michele
(continua…)
IL GIUDIZIO DELLA PREFETTURA SU ANTONIO PIRICELLI
STRALCIO RELAZIONE COMMISSIONE D’ACCESSO DI SANT’ANTIMO