”Ho rimesso la delega su Enav, per contribuire ad allontanare dall’ufficio i riflettori fin troppo interessati. L’ho fatto per il senso istituzionale che ha sempe ispirato la mia azione”.

In un’intervista al ‘Messaggero’, il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, parla cosi’ della nota inviata ieri al procuratore capo, Giovanni Ferrara, con la quale lascia l’inchiesta Enav. A distanza di mesi, dopo che il pranzo con Marco Milanese e con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e’ diventato di pubblico dominio, Capaldo sopttolinea: ”Ho accettato perche’ si e’ trattato di una scelta privata. Ho esercitato il mio diritto di cittadino libero e ho incontrato un ministro della Repubblica particolarmente stimato per la sua cultura”. ”In quell’incontro -spiega- l’ho detto e lo ripeto, non si e’ parlato di inchieste ne’ di fatti di giustizia. Non pensavo che incontrare un ministro fosse come incontrare Toto’ Riina. E poi -rimarca Capaldo- anche la scelta di incontrarlo in casa di uno stimato avvocato mi sembra la piu’ giusta. Dove avrei dovuto andarci? Al bar?”.

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