Sarà un caso ma sta di fatto che da quando lo studio legale Teresa Manente & Associate lanciò un grido d’allarme a mezzo stampa Enzo Guida si è rivisto nelle aule di Tribunale nelle vesti di imputato. Il sindaco di Cesa, che è sotto processo in due distinti procedimenti, deve rispondere di accuse pesantissime, dalla violenza domestica, allo stalking, alla diffamazione, fino alla simulazione di reato. Secondo la Procura Napoli Nord la principale vittima del disegno criminoso del primo cittadino è la moglie Tina Bove. All’epoca dei fatti Guida, che è avvocato penalista (sic!), fu colpito dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento e contatto alla persona offesa. Tra i presunti complici del sindaco ci sono il padre Domenico Guida, ex consigliere comunale, e l’attuale compagna Erika Alma, capogruppo consiliare del Pd di Aversa. Due indagini corpose basate su testimonianze e intercettazioni ambientali, con tanto di riscontri, che si sono concluse con il rinvio a giudizio del sindaco Guida, del padre e della compagna.  Il 13 ottobre del 2020 i difensori della consorte del primo cittadino cesano, dopo l’ennesima assenza, denunciarono pubblicamente quella che a loro dire era una tattica dilatoria adottata da Guida per sfuggire ai processi. “L’imputato – recitava una passo della nota dello studio legale Teresa Manente & Associate – ha giustificato le reiterate istanze di rinvio delle udienze dei processi pendenti invocando legittimo impedimento per motivi attinenti al proprio ruolo istituzionale”. Ops! Per caso vi viene in mente un altro politico, sia chiaro di rango nazionale, che invocava il legittimo impedimento? Sììì, è proprio lui, il mitico Silvio Berlusconi. Silviuccio, per dirla con Benigni, ricorreva spessissimo, praticamente sempre, alla scusa…nte degli impegni istituzionali pur di non andare in aula. Per carità, tra il Cavaliere e il sindaco di Cesa non c’è paragone. In tutti i sensi. Nascerà tra un paio di secoli un altro “genio” come Berlusconi che nel ‘94, in appena 3 mesi di preparazione, ha sconfitto la gioiosa macchina da guerra del centrosinistra e che oggi, tra lifting, botulino, cadute e oggetti in faccia, è ancora sulla cresta dell’onda politica.

Enzo Guida

Nel suo piccolo, però, Enzo Guida non è da meno. Ha accumulato una montagna di ipotesi di reato. E, nonostante i guai giudiziari, è stato rieletto sindaco alle comunali dello scorso settembre. Insomma, un Cavaliere in miniatura. Uno che difficilmente cavalcherà un puledro di razza, ma che se si tratta di prendere al lazo il circolo Pd di Cesa non ha particolari difficoltà. E qui nasce un problema politico: per quanti altri anni ancora il “metodo” Guida impedirà che qualche dem mostri finalmente un minimo di attributi? Dall’instaurazione dell’Impero i piddini si sono divisi tra cortigiani, sudditi e, al massimo, dissidenti silenziosi (qualche vero ribelle è stato condannato a morte per crimen maiestatis). Una subalternità che ha permesso a Guida di allargare i confini del suo regno. E di questo sono responsabili tutti i dirigenti locali del partito. Com’è stato possibile che nel Pd non sia mai stata aperta una discussione seria sull’opportunità politica di candidare a sindaco un imputato per violenza domestica, atti persecutori, maltrattamenti, danneggiamenti ecc.? Peraltro, il via libera a Guida è stato dato in palese violazione con lo statuto nazionale del partito. Con il loro j’accuse gli avvocati della moglie del primo cittadino puntano l’occhio di bue su un altro tema di preminente rilevanza politica. “Oggi – scrissero nella nota del 13 ottobre 2020 – è arrivato a motivare la sua ennesima assenza in aula chiamando in causa l’emergenza sanitaria: l’udienza fissata per oggi, ancora una volta per l’esame dell’imputato, è stata rinviata infatti perché il sindaco di Cesa ha rappresentato di essere in isolamento per accertamento di eventuale contagio Covid-19, ma dai siti istituzionali risulta senza sosta impegnato in attività pubbliche. Ormai, da oltre due anni dal rinvio a giudizio, il sindaco Enzo Guida non si presenta in aula dal 23 settembre 2019 e non esita, nel frattempo, a patrocinare la giornata mondiale contro la violenza alle donne del 25 novembre”. Ecco, di fronte a una situazione così grave, non si può far finta di nulla e volgere lo sguardo da un’altra parte. In parallelo alle gravi vicende giudiziarie in cui è coinvolto il primo cittadino cammina una gigantesca questione morale e politica. E un partito serio ha l’obbligo di prendere posizione. Anzi, ha il dovere di prendere le distanze. In seguito alla nota dello studio legale Teresa Manente & Associate si è interrotta la lunga sequela di assenze per legittimo impedimento e per Covid. Il sindaco Guida era presente alle udienze di febbraio e marzo scorsi. È già qualcosa. Ma, al netto del corso della magistratura che prima o poi farà giustizia (non si scappa!), alla politica spetta il compito di arrivare prima dei giudici. Non è questa una regola delle regole basilari del Pd? Sulla carta sì.   

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