Il gip di Napoli Valentina Gallo ha disposto il giudizio immediato nei confronti di Mariano Cannio, il collaboratore domestico di 38 anni accusato della morte del piccolo Samuele, il bimbo di 4 anni lasciato cadere nel vuoto, dal balcone della casa dove il piccolo abitava con i genitori, lo scorso 17 settembre, a Napoli. Il giudice ha accolto la richiesta formulata lo scorso 28 febbraio dalla Procura (sostituti procuratori Vincenza Marra e Barbara Aprea) sulla base dell’incidente probatorio disposto per accertare lo stato di salute mentale dell’indagato. Gli accertamenti si sono svolti lo scorso novembre nel corso di due visite in carcere alle quali hanno preso parte il perito nominato dal giudice e i due consulenti di parte designati dagli avvocati Domenico De Rosa, legale dei genitori del piccolo, e Mariassunta Zotti, difensore del 38enne. Cannio deve rispondere di omicidio aggravato in quanto commesso in maniera tale da ostacolare la privata difesa (la mamma del piccolo era in casa ma in bagno per un malore) e in relazione al fatto che la vittima è un minore di 18 anni. Il processo prenderà il via il 4 maggio, davanti alla terza sezione della Corte di Assise di Napoli.