Truffa ed atti osceni in luogo pubblico, sono queste le ipotesi di reato indicate nella denuncia che l’Asl Napoli 3 Sud formalizzerà contro il medico e l’infermiera protagonisti dei video hot girati, a loro insaputa, all’interno del San Leonardo. Un’altra denuncia sarà presentata contro ignoti per individuare chi ha introdotto la telecamera all’interno dei locali del pronto soccorso. Dopo la diffusione di quattro video che ritraevano i due operatori sanitari impegnati in rapporti sessuali, ieri pomeriggio la direzione sanitaria e generale dell’Asl ha dato mandato all’ufficio legale di procedere con le denunce. Le scene, tagliate e montate, risalgono alla fine del 2018 e all’inizio del 2019. Una ricostruzione fatta dagli uffici dell’Asl, che hanno analizzato gli arredi e le disposizioni delle stanze, cambiate durante la pandemia, e notato gli abiti invernali indossati dai protagonisti. «Ho avuto modo di avere questi file e le date sono di tre anni fa ha detto il direttore generale della Napoli 3 Gennaro Sosto – Questo mi fa pensare a una ritorsione verso delle persone. C’è una parte etica e un’altra giudiziaria della vicenda». Sosto è stato tra i destinatari dei plichi, assieme agli altri direttori e gli organi d’informazione cittadina. Una busta gialla arrivata con raccomandata e che all’interno conteneva una pen drive con un unico file all’interno e un foglio che riportava a caratteri cubitali: «Questo è quello che accade al pronto soccorso di Castellammare. Tutti sanno ma nessuno fa niente». Dopo aver analizzato la normativa sulla privacy e consultato gli esperti legali, è arrivata la decisione aziendale. «Abbiamo ricevuto la missiva nel fine settimana – spiega Sosto – Avvieremo un’azione anche di denuncia, c’è da chiedersi perchè quella telecamera come fosse lì. Mi sento di condannare sia questo che quello che hanno fatto i dipendenti. È strumentale anche verso la struttura sanitaria». L’azione legale sarà accompagnata da un procedimento disciplinare per i protagonisti del video. L’esposto alla magistratura sarà il mezzo per provare ad individuare chi ha introdotto la telecamera, registrato e custodito le immagini. «La situazione è difficile e lesiva per la nostra immagine – prosegue Sosto – Soprattutto dopo gli sforzi in questi due anni. C’è un’indagine interna, ma per cautela faremo anche un esposto in Procura. Non erano stanze di degenza, ma dobbiamo approfondire».

Le ipotesi di reato riguardano la truffa perché gli incontri potrebbero essere avvenuti durante l’orario di lavoro, dato che saranno gli stessi protagonisti a dover eventualmente smentire. Gli atti osceni invece sono stati consumati all’interno dell’ospedale, considerato un luogo pubblico: «Potrebbe essere un momento in cui entrambi non erano in servizio. Cambierebbe poco» conclude il manager. «Riprese fatte più di tre anni fa – rimarca Gaetano D’Onofrio direttore sanitario dell’Asl Na3 – quando la nostra direzione ancora non era presente e nemmeno il direttore di presidio. Da parte nostra non c’è stato mancato controllo. Vogliamo capire chi e perché dopo ben tre anni ha pensato di diffondere i video».

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