di Mario De Michele

Prima è saltato l’accordo politico (strappo del Movimento per Orta). Poi si sono ridotti a lumicino in consiglio comunale (la maggioranza la decreta il voto del sindaco). In seguito è scoppiato lo scandalo Marilena Belardo (casa abusiva e atto farlocco di donazione alla figlia). Nel mentre una serie di figuracce da guinness dei primati: richiesta della certificazione Isee per i libri di testo per gli alunni delle elementari, degrado ambientale con cumuli di rifiuti speciali e pericolosi ovunque e annessi roghi tossici, scempio al cimitero comunale con stanze dell’orrore e bare appoggiate ai muri, strade come fette di emmental. E chi più ne ha più ne metta. Nei primi 9 mesi di mandato il dem Vincenzo Gaudino, Città Visibile e Democratici e Riformisti hanno collezionato gaffe e obbrobri dimostrando una sorprendente incapacità gestionale. Nemmeno il più pessimista del mondo o il peggior nemico della coalizione di centrosinistra avrebbe vaticinato un fallimento così inappellabile. Il primo cittadino “in absentia” c’è ma non si vede. Sembra un personaggio mitologico. Il suo vice Vincenzo Tosti, sulla carta “esperto” ambientalista, ha dimostrato un’effervescenza amministrativa mai vista prima. Sulla Belardo si può solo, per compassione, stendere un velo pietoso. Eugenia Oliva del Pd è perennemente impegnata in selfie e gite fuori porta. È un assessore balneare. Con la bandiera nera. Pasquale Del Prete è l’unico che si è dato un po’ da fare per far quadrare i conti, anche se pure lui è incappato in qualche strafalcione. Ma almeno ha cercato di giustificare i 1.500 euro mensili che intascano i componenti della giunta. Il sindaco si mette in saccoccia quasi 3.500 euro. Chi altro c’è? Ah, dimenticavamo Benedetto Di Saturnino: non pervenuto. Cosa mantiene ancora in piedi una maggioranza attaccata col Bostik e incapace di governare? La sete di potere. Chi oggi regge le sorti del Comune di Orta di Atella bramava da decenni di andare a comandare. Com’è quel detto napoletano? Non lo diciamo perché è troppo volgare. Va ricordato che anche in tema di volgarità alcuni soggetti vicinissimi agli amministratori non si sono fatti mancare nulla: il marito di un assessore si è fatto ritrarre in foto, poi baldamente postata su Fb, mentre espelleva i fluidi, e non solo, corporei. Per fortuna non gli è venuto in mente di girare un video, altrimenti i cittadini ortesi avrebbero udito anche il suo chiasso di viscere. Bacco, tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere. Ma, purtroppo per gli attuali governanti e per fortuna della collettività, non appariranno Arabe Fenici. Il centrosinistra si è sgretolato come un castello di carta. Con una lunga serie di atti autolesionistici da far resuscitare il Marchese de Sade. Sì, perché l’opposizione ha fatto pochino. O quasi nulla. Nemmeno di fronte allo stato inverecondo del cimitero ha presentato un esposto all’Asl. Il candidato sindaco Gianfranco Arena è l’altra faccia di Gaudino: uno spettro. Che non si aggira per Orta. Non è che gli altri membri della minoranza brillino. Tutt’altro.

Sofia Flauto

L’INSOPPORTABILE CANTILENA DEI FINTI LEGALITARI – L’unico filo rosso, sottilissimo come nel film di Malick, che teneva unita la coalizione uscita vincente dalle elezioni del 7 novembre 2021 era la propaganda legalitaria. “Noi siamo onesti, loro sono delinquenti”, lo slogan più in voga nel centrosinistra. Ma, come giustamente canta Silvestri, lo slogan “è fascista per natura”. E si ritorce sempre contro chi lo agita. Così chi di legalitarismo colpisce di legalitarismo perisce. Ma una fine così ingloriosa non se l’aspettava nessuno. Mettendo in fila carte, documenti e fatti storici Campania Notizie ha ricostruito il puzzle della continuità con il passato anche da parte di alcuni esponenti di spicco di Città Visibile (i più puri dei puri, una volta!). In maggioranza ci sono personaggi pirandelliani, come Michele De Micco, capogruppo dei Democratici e Riformisti, che vivono in una casa con vista sui loculi (distano a pochi centimetri come ha certificato il Tar). C’è il caso unico sul pianeta Terra di Marilena Belardo, abusiva e menzognera anche davanti a un notaio. E dietro le quinte c’è quel Gianfranco Piccirillo, che è lo stesso che si è arricchito, poi dilapidando tutto, grazie al malefico Angelo Brancaccio. È stato assessore esterno con lui, suo addetto stampa e presidente dell’Acquedotti. Oltre che imprenditore improvvisato e imbroglione. Il palazzo di via San Nicola costruito in parte su zona standard docet. Ma sulle scorie del passato non è il caso di soffermarsi più di tanto. I cittadini-sudditi hanno votato. E si sono scelti i governanti che si meritano. Quello che lascia di gesso è la nonchalance con cui il sindaco Gaudino, uno stimato avvocato, continua a tenersi stretta la cooperativa sociale “Eco”, partorita da Sofia Flauto, indagata da un pool di pm con i controfiocchi della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, nell’ambito dell’inchiesta sui legami tra il clan dei Casalesi e una fetta del Terzo settore, per concussione, turbativa d’asta, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e per 416 bis primo comma, che prevede “l’aumento di pena quando la condotta tipica sia consumata al fine di agevolare le associazioni mafiose, abbia natura oggettiva concernendo le modalità dell’azione, ovvero abbia natura soggettiva concernendo la direzione della volontà”. Secondo i pm della Dda Simona Belluccio, Vincenzo Ranieri e Antonello Ardituro, coordinati dal procuratore aggiunto Rosa Volpe, i reati si sono consumati negli appalti ottenuti a Caserta, Aversa, Afragola, Frattamaggiore e Castellammare di Stabia (in basso stralci del decreto di perquisizione del 9 dicembre 2021). Sotto indagine ci sono anche pezzi da novanta della cosca come il superboss Michele Zagaria e Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone “Sandokan” LA REGINA DELLE COOP NELLE GRAZIE DEL CENTROSINISTRA – Eppure lo scorso 17 maggio la giunta Gaudino (tutti presenti) ha approvato all’unanimità la delibera con ad oggetto: “Conferma dell’adesione alla rete partenariale per la presentazione, l’attuazione e la gestione di programmi di intervento di servizio civile universale, a valere sull’avviso pubblico del dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale del 25.01.2022 con scadenza 20 maggio 2022”. Nell’oggetto gli amministratori legalitari non hanno avuto il coraggio di citare la coop “Eco”, cui viene riconfermato, come si legge nell’atto deliberativo, l’incarico di gestire il servizio civile a Orta di Atella (link in basso). In pratica la cooperativa “Eco”, “creatura” di Sofia Flauto, accusata dalla Dda di concussione, turbativa d’asta, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e per 416 bis primo comma, è stata premiata da Gaudino e company per i “meriti” acquisiti sul campo. E la chiamavano legalità.

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ALCUNI STRALCI DEL DECRETO DI PERQUISIZIONE


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