Il campionato ricomincia da dove è finito: perché mai dovrebbero essere cambiati i valori visti fino a due mesi fa? La lepre è il Napoli, distante 8 punti dal Milan, 10 dalla Juventus e 11 da Lazio e Inter. Chi sogna la rimonta nei prossimi cinque mesi abbondanti di campionato sa che è atteso da un lavoro per Superman. Non è un’utopia, ci mancherebbe ma se Spalletti riparte da se stesso, difficile vedersi risucchiare un simile vantaggio. E il calendario del prossimo mese (a fianco nel grafico sono inserite tra le big anche Roma, Lazio e Atalanta), solo a guardarlo, è fatto apposta per accendere gli entusiasmi di chi guarda gli azzurri dal basso all’alto: il Napoli inizia con due trasferte, contro l’Inter e poi contro la Sampdoria, poi riceve la Juventus, va a Salerno e chiude il gennaio della passione con la Roma. Non è facile il cammino del Milan, che ha pure il viaggio a Riyadh, in Arabia Saudita, per la Supercoppa. La Juve, fatta eccezione per la gara del Maradona, ha partite tutta alla portata di mano.

E stesso discorso con l’Inter che, però, se non riesce a battere il Napoli a San Siro il 4 gennaio, può dirsi definitivamente fuori dai giochi. Ci credono tutti alla rimonta, ovvio che il Napoli crede di poter resistere lassù, dove osano le aquile. Tenere in vita il campionato è la missione degli altri: gli azzurri sognano di ammazzarlo, magari iniziando proprio da San Siro perché dovesse vincere davvero sarebbe quasi chiuso il discorso per la lotta scudetto. Il Napoli ci crede, nella sua beata gioventù che ha preso il potere in un batter baleno approfittando dei cammini incerti delle tre big che annaspano in imbarazzanti amnesie. Cosa succederà nel 2023? La Juve ritroverà se stessa o l’incubo di una penalizzazione condizionerà il suo cammino? E l’Inter che forse ha in panchina l’allenatore (Inzaghi) più incerto, troverà il bandolo della matassa o continuerà nei suoi alti e bassi? Poi c’è il Milan campione d’Italia con Pioli che ha piagnucolato a lungo per lo scontro diretto perso con gli azzurri a settembre. Ma gli 8 punti di distacco sono pure il frutto dello 0-0 con la Cremonese. È dal 2001 che non vince una squadra diversa da Milan, Inter e Juventus. 22 anni di dittatura del Nord.

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