La disamina è inoppugnabile. Una fotografia scattata con una mirrorless professionale con un’apertura focale in grado di inquadrare l’intera scena. Un grandangolo capace di coglie i minimi dettagli delle primarie del Pd con nitida profondità di campo. Proscenio e dietro le quinte. Alfonso Raimo sa leggere nelle pieghe della politica. Merce rara in un mondo della comunicazione sempre più approssimativo e liquidatorio. Ai microfoni di Italia Notizie il giornalista dell’Agenzia Dire e dell’Huffington Post offre una chiave interpretativa su cui riflettere. E soprattutto squarcia il velo di Maya che cela ciò che si muove nelle anime dem. Anzi nelle correnti, come giustamente fa notare Raimo. Metabolizzata la vittoria Elly Schlein è attesa dalla sfida più grande: governare le componenti interne. “Bisogna vedere – osserva Raimo – se la nuova segretaria del Pd sarà capace di tenere assieme due spinte: quella che arriva dall’esterno che chiede cambiamento e aria fresca e quella che proviene dall’interno, dal “caminetto”. Schlein rappresenta il volto del cambiamento ma non dimentichiamo che è stata appoggiata da Francheschini, Orlando, Zingaretti, Bettini e tanti altri che hanno avuto un ruolo di primissimo piano nel partito”. Scatto perfetto. Raimo mette a fuoco la madre di tutte le battaglie: ricomporre le diverse fazioni dem. E il tema che pone sul tappeto il giornalista dell’Agenzia Dire e dell’Huffington Post è cruciale, soprattutto alla luce della divaricazione tra il voto nei circoli che ha premiato nettamente Stefano Bonaccini e il ribaltone della Schlein alle primarie. “Dal congresso esce un partito bicefalo. Bisogna capire se la vincitrice della consultazione aperta riuscirà a tenere assieme il cambiamento vero, quello che ha definito una piccola, grande rivoluzione, e il peso dei big, dei dinosauri del partito che sono ancora in grado di incidere, e non poco”. In effetti Schlein si troverà a camminare su un filo sottile senza rete di protezione. Pigiare troppo sul pedale del rinnovamento radicale la espone a un doppio rischio: spaccare il partito o cementare la minoranza-maggioranza che le renderebbe la vita impossibile. Su questo crinale si gioca il futuro dei dem. Riamo guarda al futuro prossimo: “Schlein sarà in grado di tenere in piedi un’architettura così complessa? Le sfide parlamentari sono il banco di prova”. Ecco un’altra spina nel fianco del nuovo leader del Pd: il posizionamento dei gruppi alla Camera e al Senato. Nelle aule del potere la bilancia pende dal lato di Bonaccini. La corsa a ostacoli più impegnativa si interseca con la guerra Russia-Ucraina. Terreno sdrucciolevole. Il Pd ha sempre sostenuto la linea dell’invio degli armamenti alle milizie ucraine. Il succo: “Solo così eviteremo che Zelensky sia spazzato via da Putin”. Per il segretario dell’Associazione Stampa Parlamentare, presieduta a Adalberto Signore, è questa la matassa più ingarbugliata. “Non sarà facile far convivere il pacifismo di Schlein con la posizione del Pd di Letta e soprattutto con la linea dell’Europa. Per non uscirne male dovrà trovare una soluzione politica. Questo il compito più difficile a cui è chiamata a rispondere: mettere in campo proposte per un tavolo della pace”. La mirrorless di Raimo scatta la foto più ostica: è il tempo delle scelte. Senza traccheggiamenti. Non vorremmo essere nei panni di Elly Schlein.

Mario De Michele

LA VIDEO INTERVISTA AD ALFONSO RAIMO



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