Arrestato il sindaco di Melito di Napoli Luciano Mottola. È un vero e proprio terremoto giudiziario quello che s’è abbattuto questa mattina sul popoloso comune della cintura nord di Napoli. Un’inchiesta della Direzione Investigativa Antimafia ha portato all’arresto di 18 persone gravemente indiziate, a vario titolo, di scambio elettorale politico mafioso, attentati ai diritti politici del cittadino, associazione di tipo mafioso, corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa e tentata estorsione. Tra questi spiccano i nomi del sindaco Mottola, del presidente del consiglio comunale Rocco Marrone, di altri due consiglieri comunali e del coordinatore per Melito dell’azienda incaricata del servizio di igiene urbana, padre di un consigliere comunale già candidato sindaco alle elezioni dell’ottobre 2021.

GLI ARRESTATI

Custodia cautelare in carcere
Chiariello Salvatore, nato a Napoli il 07.08.1972
Ciccarelli Rosario, nato a Napoli il 10.09.1982
Cuozzo Antonio, nato a Villaricca il 16.06.1997
De Luca Luciano, nato a Napoli il 09.10.1991
De Stefano Antonio, nato a Napoli il 14.06.1997
Della Gaggia Francesco, nato a Napoli il 03.04.1980;
Marrone Rocco, nato ad Aversa il 17.06.1984
Marrone Vincenzo, nato a Melito il 16.11.1965
Martinelli Rosario, nato a Napoli il 14.10.1982
Mottola Luciano, nato a Napoli il 25.07.1984
Napoletano Edoardo, nato a Napoli il 04.12.1978
Rostan Emilio, nato a Melito di Napoli il 20.02.1947
Ruggiero Luigi, nato a Mugnano di Napoli il 21.01.1986
Siviero Francesco, nato a Napoli il 19.04.1987
Siviero Giuseppe, nato a Napoli il 05.09.1988
Tutino Luigi, nato a Napoli il 12.12.1984

Arresti domiciliari
Ascione Marco, nato a Giugliano il 21.02.1963

Grande Massimiliano, nato a Melito il 26.06.1972

Il provvedimento è frutto delle indagini svolte dalla Dia di Napoli e coordinate dalla Dda a partire dalle notizie inizialmente acquisite sull’interesse della criminalità organizzata ad inserirsi nelle elezioni del sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale di Melito di Napoli.Il Gip ha ritenuto che, allo stato, dalle indagini siano emersi gravi indizi sull’esistenza di un accordo già per il primo turno di votazioni, svoltosi il 3 e 4 ottobre 2021, tra esponenti della criminalità organizzata operante in quel territorio – clan Amato Pagano – ed alcuni rappresentanti della coalizione a sostegno del candidato sindaco Nunzio Marrone (quest’ultimo non indagato) che avrebbero accettato la promessa, da parte dei referenti dell’organizzazione criminale, di procurare alla coalizione ed allo stesso candidato sindaco i voti degli appartenenti al clan, dei soggetti ad esso legati e dei residenti del rione popolare destinatari di pressioni ed intimidazioni, in cambio dell’erogazione di somme di danaro e di altre utilità nonché della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione camorristica. «In questa fase – riferisce la Dia – sarebbe stato persino impedito l’esercizio dei diritti politici di una candidata al consiglio comunale costretta, con gravi minacce, quali l’allontanamento dall’abitazione o la chiusura dell’esercizio commerciale, a svolgere campagna elettorale non per sé ma per un candidato dell’opposta coalizione gradito al clan». Nel corso delle indagini sono, altresì, emersi episodi di compravendita di voti di consiglieri comunali in occasione delle elezioni (di secondo livello) per gli organi della Città metropolitana svoltesi il 13 marzo 2022. Sono stati, inoltre, individuati gravi indizi su alcuni episodi estorsivi posti in essere dagli affiliati al clan.

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