Da qui alle comunali di Aversa manca ancora un anno. In politica passa in un attimo. E quindi si registrano con sempre maggiore frequenza le prime scosse nel panorama politico locale. Partiamo dal centrosinistra. Tutto ruota attorno ad Alfonso Golia. Se il sindaco uscente, come pare, vorrà ricandidarsi alla guida della città sarà difficile, forse impossibile, dirgli di “no”. Alzare le barricate nei confronti del primo cittadino avrebbe il sapore amaro dell’ammissione del fallimento amministrativo. Che, per carità, è sotto gli occhi di tutti. Anche per questo già da tempo sono in corso manovre sotterranee per trovare un’alternativa vincente. Con Golia di nuovo al timone del centrosinistra le chance di perdere sono alte. La fascia tricolore ha perso smalto un secondo dopo la vittoria alle amministrative. È mancato un timoniere all’altezza del compito. Troppo pavido e indeciso su tutto. In balia dei funzionari comunali. Tecnocrazia al potere. Per guidare la seconda città della provincia di Caserta c’è bisogno di polso. Serve un sindaco capace di assumersi le proprie responsabilità. È necessario il coraggio di decidere. Golia ne è sprovvisto. Nel suo zainetto rosso solo chiacchiere e distintivo. Fuffa. Via via, la dura realtà ha azzerato propaganda. E con essa si è volatilizzata anche l’illusione di una rivoluzione dolce che facesse dimenticare gli anni grigi del centrodestra. Allo stato dei fatti la rinuncia di Golia sarebbe manna dal cielo per il centrosinistra. Le componenti dell’attuale maggioranza potrebbero individuare un nome politicamente ed elettoralmente in grado di giocarsela nella sfida elettorale del 2024. Fare nomi alternativi al sindaco è ancora prematuro. Ma uno come Marco Villano potrebbe condurre la coalizione alla vittoria. Ovviamente molto dipenderà da come si muoverà il centrodestra. Per ora è diviso. Senza unità andrà di nuovo a sbattere. Perciò si intensificano le trattative per trovare una via comune per riconquistare il municipio. Un nome da scartare subito, senza nemmeno pensarci, è quello di Alfonso Oliva. Con lui il centrodestra non toccherebbe proprio palla. La sua candidatura sarebbe un regalo al centrosinistra che dovrebbe contraccambiare con un cesto a Natale e a Pasqua. Tra le fila dell’opposizione regna ancora la confusione. Risultato? Fioccano gli aspiranti alla poltrona di primo cittadino. Sono almeno tre le opzioni ultimamente più quotate: Antonio Farinaro, già presidente del consiglio, Sergio Di Meo, ex assessore provinciale, e Nicla Virgilio, ex vicesindaco. Se ne aggiungeranno altri? Probabilmente sì. Il punto è un altro. Ed è cruciale per le sorti del centrodestra normanno: la frammentazione è una male da curare al più presto. Altrimenti all’orizzonte ci sarebbe un’altra sconfitta. Si perderebbe anche contro Alfonso Golia. Certo, il doppio turno aiuta a fare “pulizia” ma è altrettanto vero che in prima battuta le campagne elettorali lasciano sul terreno morti e feriti. Ricomporre i cocci non è mai facile. Che fare? L’unica strada vincente è quella dell’unità. Se quella strada avrà il divieto d’accesso allora per il centrodestra saranno dolori. Un suicidio politico che darà ossigeno a un centrosinistra ormai boccheggiante.

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