Nuovi lanci di razzi da Gaza. Dopo circa 40 ore di relativa calma, le sirene di allarme anti razzi da Gaza sono tornate a risuonare nelle comunità israeliane a ridosso della Striscia, in particolare a Nirim. Lo ha fatto sapere l’esercito. La pausa nel lancio di razzi era stata la più lunga di tutta la guerra, escluso il periodo della tregua. L’esercito ha anche fatto sapere che nelle ultime 24 ore sono stati circa 230 gli attacchi contro obiettivi di Hamas nella Striscia. E che “forti combattimenti” sono in corso nella roccaforte della fazione islamica a Jabalya, nel nord dell’enclave palestinese. Proprio a Jabalya l’esercito ha trovato “numerose armi” di operativi di Hamas in una scuola dove si erano rifugiati civili che sono stati sfollare. Inoltre, nell’area del campo profughi di al Shati raid aerei hanno “eliminato terroristi individuati” in quella zona. La scorsa notte, inoltre, sono state colpite “infrastrutture terroristiche degli Hezbollah” nel sud del Libano e una postazione di lancio “usata ieri per tiri” contro il territorio dello stato ebraico. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. Hamas ieri ha rifiutato la proposta di Israele per una settimana di tregua in cambio di 40 ostaggi, affermando che i negoziati partiranno solo dopo l’inizio di un cessate il fuoco. Slittato intanto di nuovo ad oggi il voto per una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu su Gaza. La risoluzione del Palazzo di vetro prevederebbe una “sospensione delle ostilità”, nella formula che eviterebbe un nuovo veto degli Stati Uniti che non intendono dare fiato a Hamas. Nella bozza delle ultime ore, il Consiglio di sicurezza chiede “pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi” e la liberazione di tutti gli ostaggi, si esortano le “parti in conflitto a Gaza a rispettare i loro obblighi verso il diritto internazionale in materia di protezione dei civili” e ad “astenersi dal privare la popolazione civile nella Striscia dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria indispensabili alla sopravvivenza”. Almeno 36 i morti e decine i feriti nei bombardamenti israeliani di ieri su Rafah e Khan Yunis, secondo fonti palestinesi. In particolare, media locali riferiscono di “una casa e una moschea prese di mira a un centinaio di metri dall’ospedale Kuwaitiano” a Rafah, con 12 vittime; e di 24 civili uccisi e diversi altri feriti nei raid di ieri su Khan Yunis, dove Israele aveva fra l’altro ordinato l’evacuazione di circa il 20% della più grande città nel sud della Striscia di Gaza. Tre soldati israeliani, intanto, sono rimasti uccisi ieri in combattimenti nel nord della Striscia di Gaza. Sale così a 137 il bilancio dei militari morti dall’inizio dell’operazione di terra contro Hamas. Le ultime vittime sono un sergente di 19 anni e due tenenti di 20 e 21 anni, specifica un comunicato delle Forze di difesa israeliane (Idf) citato dai media locali. L’esercito afferma ora di trovarsi in una “fase significativa della guerra, in nuove aree” della Striscia. Secondo il capo del comando meridionale dell’Esercito israeliano (Idf) , il maggiore generale Yaron Finkelman, questa offensiva continuerà e continuerà ad andare avanti: “Continuerà con la pressione contro il nemico in superficie e nel sottosuolo. Continueremo ad avanzare qui e in altre aree in cui non abbiamo ancora manovrato”, ha affermato parlando ai militari della 98.ma divisione a Khan Yunis (Gaza), come mostra un video delle Idf.