L’assemblea della Lega Serie A ha votato a favore del mantenimento del campionato a 20 squadre. Solo quattro club, ovverosia Inter, Juventus, Milan e Roma hanno votato a favore del nuovo format a 18, con 16 voti invece d’accordo nel rimanere a 20 squadre. “È stato confermato l’attuale format a 20 squadre del campionato di Serie A”, ha ufficializzato la Lega in un comunicato al termine dell’assemblea. Solo quattro big, quindi, erano di fatto favorevoli alla riduzione a 18 squadre: tre di queste, ovverosia Inter, Juventus e Milan, nei giorni scorsi si erano rivolte direttamente al presidente della Figc Gabriele Gravina, per spingere sul fronte della riduzione, ma non è bastato. “Noi vediamo due disallineamenti tra le istituzioni e gli interessi dei club. Il primo è tra la Lega nel suo insieme e la federazione. Noi della Lega Serie A che finanziamo l’intero gioco del calcio italiano abbiamo il 12% del potere all’interno della Federazione. Questa è un’anomalia, frutto della legge Melandri, che ci crea un senso di frustrazione perenne. La nostra voce all’interno della Figc è flebile mentre dovrebbe essere forte, fortissima, visto che paghiamo tutti i conti del calcio italiano”. Così il presidente del Milan Paolo Scaroni, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, sullo scontro tra Lega Serie A e Figc, tra richieste di maggiore autonomia e riforma del campionato a 18 squadre. “Il secondo disallineamento è stato impropriamente definito tra piccole e grandi squadre. In realtà noi club che giochiamo le competizioni internazionali, che abbiamo tanti giocatori chiamati dalle nazionali lamentiamo le troppe partite. I calciatori giocano le coppe europee, le partite della nazionale, la Coppa Italia e il campionato. Tutto questo porta a un carico di partite che diventa insopportabile e che è causa di tanti infortuni”. Poi Scaroni parla del campionato a 18 squadre: “Non so come funzionerà alla fine, verrà dibattuto oggi, mi auguro si arrivi a una soluzione. Lo abbiamo già avuto il campionato a 18 squadre, anzi lo ricordo anche a 16. Vogliamo evitare le troppe partite. Giochiamo troppo, è un tema anche per la salvaguardia dei nostri giocatori, che sono il nostro patrimonio. Non credo che un disallineamento condizioni l’altro, sono due tematiche diverse. La Lega deve contare di più all’interno della Figc, è un tema che riguarda tutti e che deve essere corretto”. “In assemblea il clima è stato cordiale e senza toni alti, ma quella che hanno voluto fare è sembrata una Superleghina. L’altra era la Superlega, questa è la Superleghina”. Il presidente del Torino, Urbano Cairo, ha commentato così l’incontro che Inter, Juve e Milan hanno avuto con il presidente Figc, Gravina, per spingere sulla riduzione a 18 squadre della A. “L’assemblea oggi ha confermato con una maggioranza schiacciante la volontà di mantenere il format a 20 – ha proseguito Cairo al termine dell’assemblea -. Anche perché se guardi i campionati più importanti d’Europa, quello inglese e quello spagnolo, hanno 20 squadre”. Il fatto che i maggiori campionati europei siano a 20 squadre, ha aggiunto Cairo, “vuol dire che quello è il format che funziona”. “Secondo me quell’incontro in Figc delle tre squadra non è stato ben visto, è giusto che la Lega abbia una sua compattezza e il timing di quell’incontro è stato totalmente sbagliato – ha aggiunto il presidente del Torino parlando di Juve, Inter e Milan in Federcalcio -. Non è una spaccatura, loro hanno avuto un atteggiamento sbagliato e credo sia giusto ci sia il rispetto reciproco che però in questo caso è mancato. Dimissioni di Marotta dal Consiglio Federale? No, non ho sentito nulla di tutto ciò”, ha concluso. Rivedere il numero complessivo delle squadre professionistiche, perché 100 è un numero troppo alto, per arrivare a una maggiore sostenibilità economico-finanziaria delle categorie inferiori. È uno dei punti contenuti nel progetto di riforma per il calcio italiano della Lega di A. “Non è più rinviabile ridefinire la missione dei diversi campionati professionistici”, si legge nel documento aggiornato, approvato oggi in assemblea; occorre “ripensare ed elevare i requisiti delle squadre che partecipano ai campionati professionistici” e “rivedere il numero di promozioni e retrocessioni nelle diverse leghe”. C’è anche il tema della governance federale nel progetto di riforma per il calcio italiano della Lega Serie A, di cui l’ANSA ha preso visione e che l’assemblea dei club ha approvato oggi. “Diviene urgente introdurre correttivi che assicurino alla Serie A il ruolo che le compete”, spiega la Lega, che chiede un riequilibrio dei pesi nel Consiglio della Figc e una maggiore autonomia alla Serie A in stile Premier. Inoltre, tra le richieste al Governo ci sono quelle riguardanti una percentuale del volume delle scommesse e l’abolizione del divieto di sponsorizzazioni dal betting, oltre al ripristino del beneficio per gli impatriati. Ci sono anche dettagli arbitrali nel progetto di riforma per il calcio italiano della Lega Serie A, che l’assemblea dei club ha approvato oggi. La richiesta è quella di riconoscere una piena indipendenza del settore arbitrale, portando anche l’Aia fuori dal consiglio Figc. Inoltre, la proposta è quella di rendere gli arbitri professionisti sotto il profilo giuridico e contrattuale. Tra i temi delle richieste a Fifa e Uefa c’è l’idea del Var a chiamata, rendere pubblici in diretta i dialoghi del Var, valutare un aumento delle sostituzioni e sperimentare le espulsioni a tempo.