Alla sua morte Papa Francesco sarà esposto nella bara e non su un catafalco, “con dignità ma come ogni cristiano”. Ci sarà una veglia e non due e nessuna cerimonia per la chiusura della bara. Così Papa Francesco ha semplificato il rito funebre, secondo quanto dice nel libro-intervista con Javier Martinez-Brocal ‘El sucesor’ (edizioni Planeta), in uscita il 3 aprile. Ricordando i funerali di Benedetto XVI, Francesco dice: “Sarà l’ultima veglia funebre celebrata così, con il corpo del Papa esposto fuori dalla bara, su un catafalco. Ho parlato con il cerimoniere e abbiamo eliminato questo e tante altre cose”, “il rituale attuale era troppo sovraccarico”. Nel libro-intervista ‘El sucesor’, Bergoglio conferma anche che ha dato disposizioni per essere sepolto a Santa Maria Maggiore. Il Pontefice spiega che dopo la statua della Regina della Pace “c’è una stanza in cui conservavano i candelabri”. “E’ quello il luogo”, “mi hanno confermato che tutto è pronto” per la sua futura sepoltura. Il Papa racconta che la basilica marina gli è cara da prima che diventasse Papa, e che si recava spesso lì a pregare. Racconta poi un aneddoto: una volta un uomo lì cercò di truffarlo cercando di vendergli un orologio. “Per istinto” Bergoglio disse che non aveva soldi e poi “mi dissero che se avessi tirato fuori il portafogli mi avrebbe dato uno schiaffo e se lo sarebbe portato via. Impressionante”. Nel conclave del 2013 il cardinale Jorge Mario Bergoglio ebbe voti fin dalla prima votazione. Lo racconta lo stesso Papa nel libro-intervista. Il 12 marzo ebbe i primi voti, poi il 13 “molti” ma “li interpretai” come un modo di “depositare i voti”. Papa Francesco rivela anche un altro fatto accaduto nel conclave in quelle ore: “Ricordo che alcuni si avvicinarono a parlare con il cardinale Angelo Scola e gli chiesero qualcosa. Poi ho saputo che aveva detto loro: ‘votate Bergoglio'”. Benedetto XVI difese Papa Francesco dalle accuse di alcuni prelati in merito alle affermazioni che lo stesso Bergoglio aveva fatto sulle unioni civili tra omosessuali. “Alcuni andarono da Benedetto a dire che io dicevo eresie”, “lui li ascoltò e con autorevolezza li aiutò a distinguere le cose” tra matrimonio cristiano e unioni civili. “Disse loro: ‘questa non è una eresia’. Come mi difese!”, racconta il Papa nel libro-intervista. Nel libro Papa Francesco definisce Benedetto “un grande”, afferma che “non era attaccato al potere” e che la rinuncia è stata segno di “onestà”. Bergoglio dice anche che Ratzinger non era sempre d’accordo con le sue decisioni ma “con il suo silenzio le ha sempre rispettate”. All’inizio del pontificato, in quel saluto a Castel Gandolfo, Papa Francesco e Benedetto parlarono della questione degli abusi. “Cambiai alcune delle persone come lui mi aveva suggerito” di fare. Francesco parla anche del libro di mons. Georg Gaenswein “Nient’altro che la verità”: “Mi ha addolorato che Benedetto sia stato usato” e “ha avuto una grande pena” per il fatto che quel libro sia uscito proprio nel giorno del funerale di Ratzinger. Bergoglio rivela anche che portava regali a Benedetto al ritorno dai suoi viaggi apostolici.

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