“Abbiamo le famiglie a carico, come facciamo a vivere e a dare da mangiare ai nostri figli fino al 20 maggio?”. Un dipendente dell’ex consorzio Unico di Bacino della province di Napoli e Caserta, Silvio Iavarone, spiega cosi’ perche’ insieme con altri 30 colleghi ha bloccato l’attivita’ dell’impianto di tritovagliatura dei rifiuti di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano.

Da questa mattina l’ingresso dello stir e’ presidiato per impedire il passaggio degli autocompattatori. Il 20 maggio e’ la data in cui – e’ stato comunicato ai dipendenti dell’ex consorzio – sara’ pagata la mensilita’ di marzo secondo indicazioni del commissario Gaetano Farina Briamonte. Gli operai dell’ente, formato dalla maggior parte dei Comuni delle province, in liquidazione da circa due anni, non hanno percepito nemmeno gli assegni familiari dal mese di gennaio. La situazione riguarda gli oltre 1.000 dipendenti dell’articolazione casertana del Consorzio. Il blocco e’ iniziato questa mattina poco dopo le 9 e proseguira’, spiegano i manifestanti, per tutta la giornata. I camion pieni di rifiuti di Caserta e provincia, scortati dai poliziotti del commissariato di Santa Maria, si stanno dirigendo verso il sito di Marruzzella. Alcuni manifestanti sono in servizio presso il centro operativo di Calvi Risorta, dove vengono preparati i formulari per il trasporto dei rifiuti ai vari impianti per la selezione e lo smaltimento. “Senza formulari – spiega il segretario della Cisl di Caserta, Peppe Gravino – i rifiuti non possono viaggiare per cui la raccolta e’ ferma”.

 

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