Il faccia a faccia da Bruno Vespa tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein non si farà. E, a questo punto, ogni ipotesi di confronto televisivo fra i leader delle forze in corsa per le europee diventa problematico. Anche perché FdI ha già fatto sapere di non voler “far perdere ulteriore tempo al presidente del Consiglio”. Ad annunciare che il duello fra Meloni e Schlein era saltato è stata la Rai, che ha preso atto delle indicazioni dell’Agcom: “Soltanto quattro delle otto liste rappresentate in Parlamento hanno accettato l’invito a un confronto a due tra leader – ha spiegato viale Mazzini – In assenza della maggioranza, Rai ritiene di non poter programmare alcun confronto”. Amaro il commento di Vespa: “Ci è stato proibito il confronto tra due donne che per la prima volta nella storia italiana sono al vertice nei rispettivi ruoli. È una vittoria della democrazia? Non ne sono convinto”. Ai faccia a faccia in Rai, nei giorni scorsi si erano opposti il leader di FI Antonio Tajani e tutti gli altri di opposizione, dal M5s ad Avs ad Azione. Mentre avevano accettato il segretario della Lega Matteo Salvini e Matteo Renzi per Stati Uniti d’Europa, oltre ovviamente a Pd e a FdI. “C’è chi preferisce rinunciare a una opportunità di confronto in prima serata pur di negarla alle due donne che guidano i primi due partiti d’Italia – ha attaccato la segretaria Pd – Sarebbe stato un momento di chiarezza per il Paese”. Una stoccata diretta anche a Giuseppe Conte. Il presidente M5s ha infatti avuto parole dure sul duello Meloni-Schlein: “Mirava a polarizzare il voto” fra FdI e Pd “a scapito di tutte le altre proposte politiche” ed era un tentativo di “ingannare gli elettori”, visto che il sistema elettorale per le europee è proporzionale e che le due leader, pur candidate, non andranno a Bruxelles. Conte ha poi rilanciato la proposta di La 7: “Cara Giorgia che farai adesso? Ti tirerai indietro rispetto a un confronto con il sottoscritto e gli altri leader? Dai, vieni da Mentana”. Ma un conto è il duello Tv con la principale forza di opposizione, altro è un’arena con una decina di leader schierati l’uno contro l’altro. Meloni ha declinato: “FdI – ha fatto sapere il partito – conferma la disponibilità al confronto attraverso i propri rappresentanti politici”, ma non la premier. Tramontato il duello in Rai, in Transatlantico è circolata l’ipotesi di un confronto Meloni-Schlein su altre piattaforme, canali social o il sito di qualche testata giornalistica. Ma ambienti di centrodestra l’hanno esclusa. La sfida di Conte per il tutti contro tutti è rivolta anche a Schlein. Lo schema della segretaria Pd, però, non è cambiato: “Ho sempre detto che sarei stata disponibile a un confronto con la presidente del Consiglio, dovunque e in qualunque momento”, ha ribadito. Senza la premier diventa più difficile che Schlein possa accettare altri format. Come il M5s, anche Fi, Avs, Stati Uniti d’Europa e Azione chiedono una trasmissione con tutti i leader a confronto. Salvini è disponibile. L’emittente potrebbe essere La7. Anche Sky si è offerta. Dopo il “no grazie” di Meloni, però, le carte in tavola sono cambiate. E anche gli altri leader potrebbero rivedere la loro disponibilità. Meloni e Schlein “hanno provato a forzare le regole del gioco a loro uso e consumo – ha detto Chiara Appendino (M5s) – e adesso che non ci sono riuscite Meloni fugge e si porta il pallone”. Carlo Calenda e il M5s hanno messo nel mirino anche un passaggio delle repliche di Vespa e Schlein: “Usare l’argomento delle donne per coprire tutto ciò è una triste strumentalizzazione”, ha detto il segretario di Azione. E la vicecapogruppo 5 Stelle al Senato, Alessandra Maiorino: “Vespa si è svegliato femminista” ma “questo piagnisteo falso-femminista non incanta nessuno”.