L’Aula della Camera ha bocciato la proposta dell’opposizione di modificare nel processo verbale della seduta di ieri il termine ‘disordini’ con ‘aggressione nei confronti del deputato Donno’. La richiesta era stata avanzata dalla capogruppo Dem Chiara Braga. La proposta non è passata per 42 voti. Dalle opposizioni sono partite urla ‘Vergogna!’. Non si placa la polemica dopo quanto accaduto alla Camera con il deputato pentastellato Leonardo Donno finito a terra, circondato e forse colpito da un leghista e infine portato fuori dall’Aula in carrozzina. Il parapiglia in Aula è scattato quando il deputato leghista Domenico Furgiuele ha fatto il segno della X Mas rivolgendosi ai banchi delle opposizioni che mostravano il tricolore e cantavano ‘Bella ciao’. Il deputato Donno ha cercato di consegnare un tricolore al ministro Calderoli che subito è stato ‘protetto’ dai compagni di partito. E immediata si è scatena una maxi-rissa a fatica domata dai commessi. “Io sono stato colpito allo sterno – ha dichiarato oggi Donno -. Poi sono crollato per questo. Ovviamente so benissimo chi mi ha colpito. Ho rivisto anche le immagini per accertare il tutto”. Alla Camera in mattinata si è tenuta un’assemblea congiunta di senatori e deputati del Pd con Elly Schlein sulle riforme del premierato e dell’autonomia all’indomani dell’aggressione dalla quale è emersa la volontà di tenere alta l’attenzione su quanto sta avvenendo e di prendere contatti con le altre opposizioni. “Faremo un’opposizione durissima a una riforma che scardina la Costituzione. Quello che è successo non può passare sotto silenzio, non è stata una rissa ma un’aggressione” ha detto la segreteria PD Elly Schlein all’assemblea congiunta. Alla ripresa del lavori in Aula alla Camera sull’Autonomia, le opposizioni si sono iscritte a parlare sul processo verbale contestando il fatto che riguardo alla rissa di ieri si parli di ‘disordini’. “Ovviamente – ha detto il deputato Dem Federico Fornaro – quello che è successo ieri non è sintetizzabile nel verbale con la parole ‘disordini’: il combinato disposto soprattutto riguardo l’ultima fase della seduta è una aggressione. E’ una questione di chiarezza tra di noi”. Il vice presidente di turno, Sergio Costa, ha ricordato che il processo verbale non riporta le parti in cui la seduta è sospesa. “Non sono stati disordini ma un’aggressione squadrista”, ha detto Marco Pellegrini di M5s. “Dalla citazione della X Mas alle aggressioni il passo è stato breve e non si può dire che il deputato Donno ha aggredito Calderoli. Saranno le immagini a dire chi ha fatto un’aggressione ad un deputato inerme che era stato bloccato dai commessi”. Dopo oltre un’ora di lavoro in Aula alla Camera non è ancora stato approvato il processo verbale della seduta di ieri (un procedimento che in genere comporta qualche minuto): le opposizioni sono infatti iscritte in massa a parlare e stanno contestando quanto risulta nel resoconto di ieri, ovvero il termine generico di ‘disordini’ a proposito della rissa (chiedono che si metta agli atti ‘aggressione’) ma anche il fatto che si scriva che l’onorevole Donno si è avvicinato in maniera ‘veemente’ con il tricolore a Calderoli. Le opposizioni chiedono inoltre che si svolga subito l’ufficio di presidenza sui fatti di ieri e non al termine della seduta. “Il comunismo ha fatto migliaia di morti. Bella Ciao richiama il comunismo e quindi, cantare il comunismo in Aula, richiama un periodo tragico, nero, oscuro della storia – così Andrea Crippa, vicesegretario della Lega -. Tra la ‘Decima’ che è un corpo di incursori della Marina Militare e il comunismo che ha fatto migliaia di morti, io credo che richiamare il comunismo sia un po’ peggio che richiamare degli incursori della Marina”. Le opposizioni in piedi, hanno urlato ‘Vergogna!’ e ‘Fuori’ e cantato ‘Bella ciao’ in Aula dopo che il deputato M5s Ricciardi è andato all’attacco del numero due della Lega Crippa. Alcuni hanno sventolato il tricolore. Dopo la sospensione dell’Aula si sente il coro ‘Fuori i fascisti dal Parlamento’. “Non importa la colpa di chi è ma quello che sottolineo è che, anziché cercare di far vedere in questi giorni l’Italia conscia del proprio ruolo e della propria importanza, con le dovute differenze”, mentre c’è il G7 “stiamo dando un’immagine peggiore di quella che diamo normalmente – ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa sulla bagarre di ieri alla Camera -. Mi sembra un harakiri. Sale la tensione anche in Senato durante le votazioni degli emendamenti sul premierato elettivo, a causa del contingentamento dei tempi. Infatti, quando mancano un centinaio di votazioni (grazie al canguro), i gruppi di opposizione hanno esaurito i tempi a disposizione, ma il presidente di turno, Gianmarco Centinaio, sta comunque concedendo un minuto ulteriore per le dichiarazioni di voto. La tensione è salita allorquando Centinaio ha interrotto il deputato del Pd Dario Parrina, che stava superando il minuto: “senatore i vostri tempi sono esauriti, il minuto che concedo è appunto una concessione”; affermazione contestata dalle opposizioni. Il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo è intervenuto invitando le opposizioni “a non tirare la corda”, visto che in capigruppo è stato concordato che per martedì prossimo ci sarà comunque il voto finale sul ddl, affermazione a sua volta contestata dal capogruppo di M5s, Stefano Patuanelli: “la dichiarazione di voto non è una concessione, è nel nostro diritto, e ce lo prendiamo”. Anche i successivi interventi sono stati effettuati con toni sempre più alterati. I senatori delle opposizioni hanno sventolato al Senato il Tricolore e in risposta i senatori della maggioranza hanno intonato l’Inno di Mameli durante il voto degli emendamenti al premierato. La vicepresidente Licia Ronzulli ha sospeso la seduta. Tutte le senatrici dei gruppi di opposizione hanno occupato i banchi del governo, in Aula, impedendo così la ripresa dei lavori e delle votazioni sul premierato. Lo riferiscono in Transatlantico i senatori delle stesse opposizioni.
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