“Ricatto è una brutta parola che non voglio attribuire a un potere dello Stato. Ma non c’è dubbio che per la prima volta politica e giustizia hanno di fronte un episodio molto ben delineato. Sia il giudice per le indagini preliminari che i giudici del Riesame scrivono con grande precisione che la reiterazione del reato è direttamente collegato alla permanenza in carica di governatore della Liguria. E quindi quei criteri di attualità e concretezza che la legge prevede perché vi sia una reiterazione occorre che ci sia un specifico molto ben delineato i magistrati lo collegano per la prima volta alla carica di governatore. E questo è un tema che riguarda la politica”. Lo ha detto l’ex governatore della Liguria Giovanni Toti stamani in diretta a Rtl 102.5. “La mia posizione individuale si è risolta con le dimissioni – ha continuato – e i liguri sceglieranno il nuovo governo e giudicheranno l’operato della mia amministrazione, e spero in modo positivo. Dopo di ché però la politica si deve interrogare sul diritto dei cittadini a essere governato da chi hanno scelto. La legge questo consente loro, e la legge la fa il Parlamento. Quindi credo che di questo si debba occupare il Parlamento della Repubblica. Poi se agli italiani e al Parlamento va bene così mi occuperò della mia posizione individuale. Se invece al Parlamento questa roba qua suona come qualcosa che turba l’equilibrio di divisione di poteri che in ogni democrazia ci dev’essere tra potere esecutivo e potere giudiziario sarà il Parlamento a doversene occupare”. “L’udienza del 5 novembre è udienza di insediamento delle parti, non si entrerà nel merito. Per il momento le elezioni in Liguria sono fissate alla fine di ottobre. Ma se il governo decidesse per l’election day non credo che questo inciderebbe più di tanto perché l’inizio del processo è un’udienza tecnica quindi credo che le elezioni quando vi saranno non saranno confliggenti con la vera e propria aula. E sarà un processo lungo perché le ipotesi di reato sono complesse e intricate”. Così ha poi risposto Toti alla domanda sulla possibili interazioni tra elezioni e inizio del processo penale a suo carico, previsto appunto per il 5 novembre. A chi gli rammentava le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio – “e se Toti viene assolto? Che si fa, torna a fare il governatore?” – Toti ha risposto: “No no, grazie abbiamo già dato”. “La mia esperienza da governatore finisce qua – ha detto aggiunto -. Sono stati 9 anni importanti. Sono contento e orgoglioso di quello che abbiamo fatto ma non vedo un futuro da governatore. Ho dato il mio contributo: adesso aiuterò la mia parte politica a fare la sua strada, mi impegnerò in altro modo oppure tornerò a fare la mia amata professione”. Nonostante questo vi è la possibilità che l’ex governatore presti il proprio nome per una lista alle prossime regionali: “La lista col mio nome? Vedremo. Sicuramente un’importante lista civica perché il movimento civico in Liguria è molto importante: rappresenta me stesso, i sindaci Bucci e Claudio Scajola e tanti alti sindaci importanti per il territorio e ha un numero di consensi molto elevato. Il mio nome sopra? dipenderà anche dalla sua utilità, dagli altri partecipanti a quella lista e dalla scelta che faremo cn gli alleati rispetto a chi sarà il governatore prossimo candidato. Ci sono un po’ di variabili da sciogliere. Ieri abbiamo cominciato a parlarne con tutti gli amici della coalizione, continueremo a farlo per tutto agosto. Scioglieremo i nodi ai primi di settembre”. Infine, Toti ha espresso un giudizio sulla politica: “Se ne parla da troppo tempo perché da troppo tempo la politica ha rinunciato alle sue prerogative. La giustizia e la politica sono due poteri dello Stato che corrono paralleli e ognuno ha le sue prerogative. Così come i magistrati sono indipendenti dalla politica, la politica dovrebbe avere quelle protezioni che consentano a un politico non di non rispondere di fronte alla legge ma tenuto conto che quel politico esercita un ruolo che i cittadini gli hanno dato, e in quel momento incarna il fisico di milioni di cittadini che gli hanno dato fiducia e che meritano fin quando non c’è una sentenza di colpevolezza con tutte le garanzie del caso di vedersi rappresentare da chi hanno scelto”. “Se la politica non saprà rimettere sui binari questa separazione dei poteri e questa impermeabilità a influenzarsi uno con l’altro continueremo con una guerra tra giustizia e politica fatta di polemiche che avvelenano il Paese senza aiutare la verità – ha concluso -. Nessuno ha mai contestato i magistrati. Quello che ho contestato è la necessità che dopo anni di indagini e una montagna di carte accumulate pari a una grande biblioteca di sterilizzare tutto con degli arresti a sorpresa. Ho piena fiducia nei magistrati giudicanti e nel nostro sistema giudiziario. Non farò polemiche”.

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