“…Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare quei programmi demenziali con tribune elettorali…”. Come tutti i veri intellettuali e i grandi poeti Franco Battiato ha preconizzato, in ampio anticipo, lo scivolamento della politica nell’abisso dell’ignoranza e dell’ipocrisia. L’inarrestabile caduta libera ha riguardato anche le amministrazioni locali. Nel suo piccolo, Cesa conferma il trend negativo ma, come se non bastasse, paga a caro prezzo anche i 9 anni di gestione targata Enzo Guida. In quasi un decennio la città ha subito uno spaventoso arretramento culturale. Quasi tutti i corpi intermedi sono stati via via annessi o sono evaporati. Le voci libere ammutolite. La politica azzerata. Com’è successo? Come mai un paese storicamente vivace dal punto di vista sociale, politico e culturale si sia così irrimediabilmente ripiegato su sé stesso? Semplice. Il dibattito democratico, interno ed esterno alla maggioranza consiliare, interno ed esterno ai partiti, è stato annichilito da una guerra strisciante e subdola condotta a suon di slogan-avvertimento: “Se non stai con me, stai contro di me”. E con l’immancabile quanto furibonda caccia alle streghe. Una impostazione del genere, studiata ad arte, fa passare in secondo piano il confronto sulle problematiche locali per alimentare un perenne scontro personalistico. C’è di peggio. Gli attacchi personali sono strumentali al raggiungimento di un altro obiettivo: chi si permette di avanzare critiche viene immancabilmente triturato dalla macchina del fango, sempre ben oleata e con i motori perennemente accesi. Un’altra, l’ennesima, conferma del gioco al massacro contro gli avversari è arrivata puntuale come un orologio svizzero in seguito agli articoli di Italia Notizie nei quali è stata riportata la discesa in campo di Giuseppe Fiorillo alle prossime comunali. Sarà candidato sindaco di uno schieramento civico che vuole aggregare le forze sane e libere di Cesa. E sì, perché Cesa va sanificata e liberata per tornare alla normalità. Nemmeno il tempo della pubblicazione degli articoli che su Facebook personaggetti noti, per dirla con Kafka, per la loro inettitudine lavorativa e per la loro vicinanza viscerale all’amministrazione comunale hanno immediatamente azionato il tritacarne social nella speranza che Fiorillo ne uscisse male. Perdono tempo. La macchina del fango contro Fiorillo non funziona. Anzi, è controproducente. Quel fango spruzzato senza ritegno ritorna sulla faccia di chi lo alimenta, perché il viso di Fiorillo è e resterà sempre pulito, mentre quello dei conducenti della “macchina della vergogna” è e resterà sempre sporco. Peppe, l’apprezzato medico ci scuserà per la troppa confidenza, è buono dentro. I “lanciatori di sterco” sono cattivi fino alle ossa. Non è una questione politica. Ma genetica. È gente, direbbe Manzoni ”mal vissuta”, affetta da malvagità congenita. È mefistofelica. È demoniaca. È maligna. È come un cancro che si insinua nella società per colpire senza pietà le “cellule benigne”. Ahiloro, Fiorillo possiede gli anticorpi. Ha carattere e forza interiore per battagliare anche nell’arena dei leoni. E si distingue per un altro merito, che per un politico di alto livello è fondamentale: non ha paura. Voi macchinatori, mettetevi l’anima, se ne avete una, in pace. Con Fiorillo i colpi bassi vanno a vuoto. Gli sgambetti non lo atterrano. Perché possiede un altro lato forte: ha il coraggio delle scelte. Ha deciso di ritornare in politica per riportare Cesa a un livello decente di civiltà, per ridare ai cittadini la libertà di parlare senza temere ritorsioni, per ricostruire un tessuto connettivo devastato dalla pseudo-politica del “qui comando io”. Stavolta però gli muoviamo una critica. In questo caso Fiorillo ha sbagliato. Si è fatto condizionare dalla voglia, legittima e spontanea, di zittire su Fb gli avvelenatori dei pozzi. Ma non deve scendere così in basso. Altrimenti legittima personaggi “terra terra”. Lui invece deve continuare a volare alto. Come ha sempre fatto nella sua vita. Per i cittadini sarà un gioco da ragazzi decidere da che parte stare.

Mario De Michele

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