Oggi i numeri, domani i nomi, con le notifiche a società e giocatori indagati dalla Procura della Repubblica di Cremona che ha cominciato ad incidere il bubbone Calcioscommesse. Ennesima bordata alla credibilità di un calcio italiano sempre più malato, che vede invischiate 22 società e 61 tesserati, di cui 52 calciatori.

Cifre relative ai deferimenti che si riferiscono solo alla prima parte dell’inchiesta che ha messo nel mirino 33 partite di cui 29 in Serie B. E mentre cominciano a trapelare i nomi dei primi club (tra cui Siena, Atalanta e Novara, che quest’anno hanno giocato in A) tirati in ballo per la condotta tenuta dai alcuni loro tesserati nel corso della passata stagione in Serie B, bisognerà aspettare ancora qualche ora per conoscere le notifiche alle parti e il contenuto del provvedimento frutto dell’attività inquirente del gruppo di lavoro della Procura Federale, formato da vice procuratori e sostituti e coordinato da Stefano Palazzi. I deferimenti riguarderanno anche due partite di due differenti edizioni di Tim Cup (Chievo-Novara 3-0 del 30 novembre 2010 e Cesena-Gubbio 3-0 del 30 novembre 2011), due di Coppa Italia della Lega Pro nella stagione sportiva 2010/2011 e in particolare 52 calciatori in attività al momento delle rispettive contestazioni, due calciatori non in attività, quattro dirigenti o collaboratori di società e tre iscritti all’Albo dei tecnici, di cui due in attività al momento delle rispettive contestazioni. Tutti quanti in attesa del giudizio sportivo che concluderà questa prima tranche di indagini che sta facendo tremare club fra serie B e Lega Pro e tesserati sfilati in via Po in due mesi di audizioni (dal 29 febbraio al 26 aprile, con un’appendice il 4 maggio quando è stato riascoltato l’ex Mantova Tomas Locatelli). Un tornado sulla serie cadetta che rischia di riscriverne completamente la classifica (nella giurisprudenza sportiva la pena deve essere afflittiva, quindi qualche club sarà penalizzato in questa stagione; mentre, per qualche altro che, ad esempio, è già retrocesso sul campo, inciderà sul punteggio del prossimo anno). Tra i club nel mirino, oltre alle tre attualmente in A, anche Albinoleffe, Ascoli, Bari, Crotone, Empoli, Grosseto, Livorno, Modena, Padova, Piacenza, Pescara, Sassuolo, Reggina, Torino, Varese e Verona (in Lega Pro Cremonese, Frosinone, Rimini e Mantova). Il grosso dei club di Serie A, invece – compresi quelli citati dai supertesti Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio dinanzi al pool di magistrati di Cremona guidati dal pm Di Martino (Lecce, Bari, Siena, Genoa, Chievo e Lazio) – dovrebbe slittare nel secondo troncone di inchiesta. Si aspetta il termine del campionato, domenica prossima, e, in ottica futura, si vuole evitare che il processo si sovrapponga mediaticamente agli Europei di calcio. Nel frattempo, il procuratore federale Palazzi riceverà le carte delle Procure di Bari e di Napoli, e sentirà il presidente del Siena Massimo Mezzaroma (la cui audizione è slittata a metà maggio per motivi di salute) e l’ex allenatore del Siena Antonio Conte, campione d’Italia con la Juventus (che probabilmente sarà ascoltato dopo la finale di Coppa Italia con il Napoli, il 20 maggio).

 

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