CASERTA – L’ex sindaco Giorgio Magliocca viene prosciolto dai capi di imputazione turbativa d’asta e falso ideologico nell’ambito della seconda tranche del processo “Biopower” ma viene rinviato a giudizio per truffa aggravata per il “caso Proter”, una truffa per la quale dovrà comparire davanti a giudizio il prossimo 28 novembre.


L’altra mattina l’attesa udienza preliminare davanti al gup Giovanna Caparco. Assolto Giuseppe Vitiello, ex presidente della “Pignataro Patrimonio srl”, che aveva scelto il rito abbreviato. Altri otto, invece, sono stati rinviati a giudizio: Francesco D’Alonzo (ex consigliere comunale della maggioranza Magliocca), Baldassarre Borrelli, Mario Di Cosmo (ex consigliere della “Pignataro Patrimonio srl”), Adriano Colaprete (ex titolare della società di vigilanza “Securitas”), Tiziano Maria Giaquinto, Cipriano Cistiano (ex sindaco di Casal di Principe), Lina Lamberti e Angelo Calabrò. L’ex vicesindaco di Pignataro Piergiorgio Mazzuoccolo sarà giudicato a parte: la sua posizione fu stralciata. Il difensore di fiducia di Magliocca, Mauro Iodice, nella scorsa udienza aveva chiesto, in merito alle accuse di falso ideologico e turbativa d’asta formulate dal pm Maurizio Giordano, il rinvio degli atti al tribunale di Roma perché il “Fonter”, l’ente che sarebbe stato truffato, ha sede legale nella Capitale: richiesta respinta. Ma i capi di imputazione sono caduti entrambi e Magliocca dovrà ora affrontare il processo per truffa aggravata, ma “commessa – come ha dichiarato ieri in una nota diffusa alla stampa – non in qualità di sindaco bensì di avvocato”. Per l’avvocato Giaquinto, D’Alonzo e Cristiano, il gup ha dichiarato il non luogo a procedere per l’accusa di falso ideologico. Dunque, per i primi due restano le accuse di truffa aggravata e turbativa d’asta, mentre per l’ex sindaco di Casal di Principe soltanto quella di truffa. La truffa ai danni del Fonter (Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua del terziario) avrebbe visto attivi protagonisti, secondo l’accusa, in particolare Magliocca, D’Alonzo, Mazzuoccolo e Giaquinto. Usufruendo di 74.480 euro (di cui 58.872 già erogati), avevano organizzato un corso di formazione per gli operai della “Proter servizi srl”, dal titolo “Comunicazione, Sicurezza, Nuove Tecnologie”, che non sarebbe mai iniziato. Docenti di questo corso erano gli ex primi cittadini Magliocca e Cristiano, oltre allo stesso Mazzuoccolo. La “Proter” è sempre stata una società gestita da D’Alonzo. Le vicende oggetto dell’inchiesta “Biopower2” ebbero inizio a metà del 2008, quando l’ex vicepresidente del Consiglio comunale, D’Alonzo, – secondo quanto sostenuto dall’accusa – creò due società di vigilanza non armata: la Eagle srl e la Securitas. La prima aveva la propria sede in via Verdi a Caserta e il titolare era Angelo Calabrò – anche se dietro le quinte esercitava un controllo diretto l’avvocato Tiziano Maria Giaquinto. La seconda, registrata come impresa individuale intestata ad Adriano Colaprete, aveva sede in via Cappella Bianca numero 2 a Camigliano. La Eagle aveva una ben precisa organizzazione. La Securitas, non avendo una sede operativa, si appoggiava sulle strutture della Eagle di via Picazio numero 1, diventando con essa, anche operativamente, una cosa sola. Gli stessi lavoratori assunti dalla Securitas facevano riferimento alla Eagle e tutti gli appalti assegnati da quest’ultima sarebbero stati girati alla società di Colaprete. Securitas ed Eagle srl, pur avendo due titolari diversi (Adriano Colaprete e Angelo Calabrò, entrambi residenti a Camigliano), sarebbero state collegate tra di loro e controllate dall’ex consigliere comunale D’Alonzo. Il tutto sarebbe stato confermato da Borrelli – ex dipendente della Eagle srl – e dall’ex segretaria della società. Il ruolo giocato nelle due società dal vicepresidente del Consiglio comunale, emergerebbe anche da una comunicazione di fine rapporto lavorativo inviata da un dipendente ai responsabili della Eagle. In questo contesto sarebbe stata espletata dalla società “Pignataro Patrimonio srl” la gara d’appalto per l’assegnazione del servizio di vigilanza notturna e di manutenzione ordinaria dell’area, degli automezzi e delle attrezzature dislocate nel depuratore comunale. Al momento della consegna delle offerte si presentarono tre società: la Eagle srl, la Proter srl e la Aurora srl. Secondo gli inquirenti, la gara era stata “pilotata” per far vincere l’appalto alla Eagle srl (i soci e gli amministratori delle altre società erano compiacenti o dei prestanome, e presentarono offerte di comodo), ma la presenza dell’offerta della società Aurora srl, unica non condizionabile, poteva scompaginare il disegno delittuoso. Per questo, venne sostituita la busta con l’offerta di questa terza ditta. La gara fu vinta dalla Eagle.

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