LUSCIANO – È incredibile quanto emerso dalle indagini della Direzione distrettuale antimafia sul clan Ciocia, la fazione dei Casalesi che per anni ha operato soprattutto ad Aversa e nei comuni limitrofi. In pratica un avvocato sarebbe stato vittima di un’estorsione da parte di un suo cliente, che avrebbe agito per conto del boss Amedeo Fabozzo.


Da quanto si è appreso l’avvocato Luciano D.V. fu vittima di un cosiddetto “cavallo di ritorno” dopo che gli erano state rubate due automobili Peugeot. Secondo gli investigatori ad agire per conto di Fabozzo, fu il pregiudicato Baldassare L., all’epoca assistito proprio dal legale. Questi i fatti. Di notte sconosciuti entrarono in azione nell’abitazione dell’avvocato a Lusciano portando via due vetture ed un televisore. “Del furto – si legge nell’informativa degli inquirenti – venne a conoscenza il pregiudicato Baldassarre L., che avrebbe poi contattato Amedeo Fabozzo per rintracciare chi deteneva la refurtiva allo scopo di ottenerne la restituzione. Il ras Fabozzo riuscì nell’intento e si mise d’accordo con Baldassarre L.: fu chiesto il pagamento di una somma di 500 euro che l’avvocato avrebbe dovuto versare e Fabozzo avrebbe poi fatto in modo di fargli riavere le due vetture. Va detto, però, che dalle conversazioni intercettate non emerge alcun contatto diretto tra l’avvocato e gli autori del furto, che comunque tentarono un’azione estorsiva per restituire la refurtiva; inoltre, secondo la procura, la posizione sia di Fabozzo che di Baldassarre L. non sarebbe caratterizzata dai cosiddetti gravi indizi di colpevolezza.

 

Carlo Pascarella

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