E’ finito in manette l’amministratore unico della CogasPiemonte, l’azienda distributrice di gas ad oltre diecimila utenti tra Piemonte, Lombardia e Friuli. E’ accusato di bancarotta fraudolenta per aver distratto fondi per 3 milioni di euro dal patrimonio societario, nonostante gli altissimi debiti – per oltre 20 milioni di euro – nel frattempo accumulati nei confronti di fornitori ed Erario.
L’inchiesta aveva preso il via nel febbraio scorso, quando i Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Torino avevano scoperto un’evasione fiscale milionaria realizzata dall’azienda. La societa’ era stata dichiarata fallita, ma le gravi irregolarita’ gestionali scoperte dalle Fiamme Gialle – e segnalate alla locale Procura (pool ”penale dell’economia”) – hanno portato all’arresto dell’amministratore unico, F.C., 65 anni, ragioniere commercialista con studio a Milano e Bellusco (MB). Le indagini finanziarie condotte dalla GdF torinese hanno anche fatto emergere l’esistenza di un contratto bancario in realta’ fittizio (del tipo ”cash pooling”), utilizzato dall’arrestato come ”escamotage” per impedire il pignoramento delle proprieta’: ingenti disponibilita’ di denaro confluivano verso un’immobiliare a lui stesso riconducibile; in pratica, con il pretesto di accentrare la gestione delle disponibilita’ finanziarie del gruppo e curare cosi’ al meglio i rapporti con gli istituti di credito, di fatto l’uomo si appropriava di cifre milionarie prelevate dai conti della societa’. Ricostruiti mancati pagamenti delle imposte per 28 milioni di euro, nel periodo dal 2005 al 2010, i Finanzieri hanno denunciato i responsabili per bancarotta fraudolenta, omessa presentazione della dichiarazione, nonche’ omesso versamento dell’IVA e delle accise sul gas. Oltre all’amministratore di CocasPiemonte, coinvolti la moglie, anche lei ragioniera commercialista, ed altre 5 persone, tra le quali i precedenti amministratori della societa’, il vicepresidente del CdA ed una collaboratrice di fiducia dell’arrestato, che si prestava a intestarsi le sue proprieta’. L’operazione delle Fiamme Gialle di Torino, estesa, oltre al capoluogo piemontese, anche a Milano e Monza, ha portato al sequestro di patrimoni per oltre 6 milioni di euro, tra appartamenti (quattro), quote societarie e titoli.