Tim Kasher decide di prendersi una pausa dalla vita di gruppo. Accantonata momentaneamente l’esperienza da frontman dei “Cursive” e dei “Good Life”, il musicista del Nebraska esordisce da solista con “The Game Of Monogamy”, una sorta di “concept album” incentrato sul rapporto di coppia tra uomo e donna. In questo debutto bagnato di melodica freschezza, tra brani uptempo, ballate orchestrali, liriche intrise di ironia e disillusione, si consuma l’amarezza ed il rimpianto di una relazione sbagliata, senza più mordente, giunta ormai al capolinea.
Tim Kasher dimostra, con questi undici brani, di sapersi muovere con estrema disinvoltura negli sconfinati territori del pop, non disdegnando qualche incursione nell’indie rock a lui tanto caro, confezionando armonie orecchiabili e sfoggiando arrangiamenti curati e originali.
Il disco si apre con “Monogamy Overture”, delizioso frammento di musica da camera nel quale archi,fiati,pianoforte e timpani si intrecciano in un crescendo pieno di vita. “A Grown Man” è una marcetta indie sostenuta dai fiati che procede e si chiude sempre più ruvida. In “I’m Afraid I’m Gonna Die Here” siamo in pieno ska revival: i fiati primeggiano e il basso in evidenza fa da vibrante contrappunto. Si balla alla grande! Subito dopo “Strays” smorza i toni: la chitarra acustica disegna una melodia intrisa di rimpianto e l’insorgere della diamonica è da pianto sommesso,singhiozzato. Piccola perla sussurrata. L’ironica “Cold Love”,singolo dell’album,è un esempio sfizioso di pop radiofonico con dei coretti indovinati in sottofondo. Dopo il breve e straniante intermezzo “Surprise,Surprise”, “There Must Be Something I’ve Lost” si presenta delicata, per poi lasciare spazio ad un basso corposo ed effettato. “Bad,Bad Dreams” è un altro bel pezzo veloce,tirato, in cui la fanno da padrone i fiati dal forte sapore ska. “No Fireworks” è un inno da stadio adagiato su un tappeto di moog e violini: brano davvero epico e ricco di pathos. “The Prodigal Husband” è una dolcissima carezza, un sussurro di arpa,voce e flauto.
Il disco si chiude con “Monogamy”,a mio avviso il brano più ambizioso ed affascinante dell’intero lavoro:un viaggio sognante, poi solenne,infine incalzante. Una perfetta commistione di classico e rock.
Direi proprio che con questo “The Game Of Monogamy” Tim Kasher abbia fatto centro: non siamo di fronte a chissà quale novità dal punto di vista musicale, però l’album contiene di sicuro passione e idee intelligenti. Godetevelo! Male non farà!
Antonio D’Antò
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