CARINOLA – E’ morto nella sua cella nel carcere di Carinola (Caserta) il killer mafioso Pietro Ribisi, 61 anni, capo cosca di Palma di Montechiaro, uno dei cosiddetti “fratelli terribili” perché i Ribisi tutti mafiosi o uccidevano o venivano uccisi, negli anni ’80. Pietro era stato condannato all’ergastolo (con bollo finale della Cassazione nel dicembre 2002) per l’omicidio del giudice “buono” il presidente della corte d’assise d’appello, prima a Caltanissetta poi a Palermo, Antonino Saetta assassinato col figlio Stefano, mentre erano in auto sulla statale Ag-Cl il 26 settembre ’88. Con lui sono stati condannati i boss Toto’ Riina e Francesco Madonia.

Le fonti investigative hanno subito parlato di sucidio per impiccagione che sarebbe avvenuto giovedì scorso. Il pm ha aperto un’inchiesta, sequestrando al cella e gli effetti personali di Ribisi, e ha fatto svolgere l’autopsia sul cadavere prima di riconsegnare la salma ai familiari. Ma non ci sta il figlio di Ribisi, Nicolò, che non ha grane giudiziarie, lavora a Milano, secondo cui non si “può ancora essere certi delle cause della morte”. “Intanto – spiega – dopo che si è sparsa la notizia il prete di Palma non vuole celebrare funerali regolari per mio padre su cui non esprimo giudizi ma che è stato 20 anni in carcere di cui 11 sottoposto al durissimo regime del 41 bis”. “Mio padre non aveva motivo di suicidarsi proprio ora che poteva sperare in qualche beneficio – dice Nicolò – Anzi per me potrebbe essere stato ucciso. E’ stata aperta un’inchiesta che non è stata archiviata. Dire che si è suicidato è quantomeno un anticipazione del risultato dell’inchiesta, che ancora non c’é”. “Mio padre – aggiunge – non stava bene. Non riusciva a dormire. L’ho visto martedì scorso. Avevamo chiesto di farlo trasferire in un penitenziario con annesso ospedale ma giovedì é morto. Il pm ha sequestrato la cella e tutti gli effetti personali di mio padre. Dicono che si è impiccato. Ma ho visto il suo collo dopo che ci hanno consegnato la salma: ha un segno che va verso il basso non verso l’alto. E ha le dita della mano sinistra nere come se avesse tentato di impedire che lo strangolassero”. Ribisi, venne arrestato nel febbraio ’82 dopo due anni e mezzo di latitanza: era ricercato per essersi sottratto agli obblighi del soggiorno obbligato. In tre anni erano stati uccisi tre suoi fratelli. Gioacchino, venne assassinato nel ’88 in un agguato nel centro di Palma Montechiaro; gli altri due, Rosario e Carmelo furono uccisi nel luglio ’89 da sicari all’ interno dell’ ospedale di Caltanissetta dove il primo era ricoverato da alcuni giorni dopo essere stato ferito in un agguato. Un altro fratello, Ignazio, accusato di omicidio è stato poi assolto ma condannato per mafia.

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