SAN TAMMARO – “Il ripudio della cultura manifestata da Tremonti continua con il governo Monti. Venendo qui alla Reggia di Carditello sono stato assalito da un senso di smarrimento; questa è l’Italia che seppellisce se stessa. La mia idea è di valorizzare la cultura che crea ‘lavoro buono’ da contrapporre alla ‘mafia del cemento’ che Berlusconi propagandava durante la ricostruzione di una bellissima città d’arte come l’Aquila”. E’ quanto ha affermato il leader di Sel, Nichi Vendola, candidato alle primarie del centrosinistra, al termine della visita alla Reggia di Carditello.

L’ex tenuta di caccia dei Borbone all’asta e che quindi, oltre a versare in condizioni di degrado e abbandono, rischia di finire in mano ai privati. Vendola invita i cittadini del casertano a prendere coscienza del potenziale della Reggia: “Questa è terra dei fuochi e di camorra. E soprattutto è una terra che ha bisogno di essere liberata; la camorra infatti porta all’estreme conseguenze una filosofia, che è quella della privatizzazione del bene comune; per sconfiggere la camorra bisognerebbe appunto ripristinare il primato dei beni comuni, per esempio la riacquisizione al patrimonio pubblico della Reggia di Carditello; un sito che ha un potenziale economico-produttivo straordinario”.

Sul Sud scomparso dai programmi della politica, Vendola ha affermato che “il Mezzogiorno sono 20 anni che non c’é più nell’agenda politica nazionale. E’ stato oggetto di terapie sadiche, dell’oscuro odio della cultura dominante, del leghismo e del berlusconismo. E anche il Governo Monti è nato lontano dal sud, reclutando accademici e tecnici prevalentemente negli atenei del Nord come se gli atenei del Sud non sfornassero intelligenze e cultura”. A Renzi, Vendola ha dedicato solo qualche parola. “Io mi sento da rottamare? “Sono stato abituato a lottare per rottamare la camorra o lo strapotere delle grandi lobby economiche; vanno rottamate le politiche, non gli uomini, oggi io vorrei rottamare il liberismo che sia quando è stato cavalcato dai vecchi che dai giovani ha portato solo sciagure”.

Il governatore della Puglia ha ribadito la volontà di lasciare la vita pubblica qualora venisse condannato: “Io penso che la politica debba immaginare che nell’esercizio delle funzioni pubbliche ci sia anche l’onore. Conosco la mia innocenza ma confermo che mi dimetterò se dovessi essere condannato in primo grado, sebbene il mio reato non sia paragonabile a quelli accertati in altri casi, come la corruzione o il condizionamento dell’ndrangheta. Sono un Governatore e un leader nazionale. Se i poveri Cristi sono chiamati davanti ad un giudice devono correre; penso che uno quanto più è potente debba dimostrare ossequio nei confronti delle istituzioni giudiziarie”.

Vendola nell’intervista attacca anche Caldoro: “Non capisco perché non si abbia voglia da parte del mio collega governatore della Campania di spendere i soldi comunitari; basterebbe lo sforamento controllato del patto di stabilità, a meno che lui non abbia problemi di cassa o un buco nel bilancio; ma io sono stranito perché lui ha fatto una polemica con me che ho scelto di spendere 500 milioni di euro di qui fino al 31 dicembre per aprire cantieri e finanziare lo stato di avanzamento dei cantieri già aperti. Almeno Caldoro taccia e non agiti polemiche inutili con chi sta operando con il consenso delle forze sociali e di Confindustria”.

“E’ stato sbagliatissimo utilizzare i fondi Fas per coprire il disavanzo sanitario – ha aggiunto – era una possibilità consentita a tutti ma io la considero un delitto perché togliere soldi ai cantieri che riguardano i nostri figli per coprire le ‘corna’ dei nostri padri è cosa insopportabile”. Il leader di Sel e candidato alle primarie si è poi recato al teatro Ariston a Marcianise per un comizio.

L’INTERVISTA A NICHI VENDOLA DURANTE LA VISITA ALLA REGGIA DI CARDITELLO

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