Eccolo qua! Di nuovo tra noi il mancuniano d’adozione Damon Gough, in arte Badly Drawn Boy. L’omone barbuto dall’aria scazzata e dal berretto perennemente incollato sulla testa,riappare sulla scena con questo “It’s What I’m Thinking Part One: Photographing Snowflakes”, album che riprende un po’ le atmosfere dell’ispiratissimo e fortunato esordio “The Hour Of The Bewilderbeast”, che gli aveva fruttato nel 2000 il prestigioso “Mercury Prize”.
Dopo alcuni anni di appannamento creativo,dunque, il ragazzo disegnato male riprende il cammino dal punto più alto della sua carriera.
E lo fa addirittura con il primo capitolo di una trilogia! Segno della ritrovata prolificità in fase di scrittura.
Devo dire che al primo ascolto sono rimasto abbastanza perplesso: le canzoni sembravano non voler mai decollare. Questa mia sensazione d’insoddisfazione è nata perché ,a mio avviso, ci troviamo di fronte a melodie mai scontate e banali. E proprio qui è racchiuso il loro fascino; non si intuisce mai in che direzione si dirigano,dove vadano a parare. Quindi è un disco che va fatto girare più e più volte! Solo la ripetuta esperienza d’ascolto permetterà di apprezzare tutte le sfumature di cui è composto. Solo così sarà possibile dire, alla maniera del mitico Jerry Calà:”Questo disco m’acchiappa!!!” 😉
L’album è una piccola perla d’introspezione, con qualche lieve impennata di ritmo qua e là. Fondamentalmente, si tratta di un lavoro acustico, arpeggiato, con arrangiamenti quasi sempre minimali ed un cantato spesso sussurrato, proveniente da un’altra dimensione.
Gli episodi più godibili, secondo il mio modestissimo parere, sono il singolo “Too Many Miracles” con la sua batteria marziale e gli archi in stile “Motown”. “In Safe Hands”, dolce e malinconica. La stupenda “The Order Of Things”, accompagnata da una drum machine appena accennata e spruzzata di elettronica. “I Saw You Walk Away”, ispirata ad uno dei gruppi preferiti del Nostro, gli Smiths. “It’s What I’m Thinking”, che riprende le atmosfere del grande Nick Drake. “What Tomorrow Brings”, delizioso intreccio di pianoforte,chitarra e archi. Ed infine, “You Lied”, altra ballata delicatissima.
Badly Drawn Boy è tornato a fare centro! Non siamo di fronte ad un capolavoro, ma stiamo parlando sicuramente di un lavoro che ha dei forti contenuti. Emozionante, poetico: proprio come una notte d’inverno passata a fotografare fiocchi di neve.