NAPOLI – 478 beni, quasi un terzo dei 1500 immobili confiscati alla criminalità che non si possono consegnare perché gravati da ipoteca o occupati, solo il 2% delle 367 aziende confiscate ancora attive sul mercato, migliaia di beni mobili, innanzitutto autovetture confiscate o sequestrate e abbandonate a custodia giudiziaria con un carico oneroso diventato enorme.
E’ quanto evidenzia, in una nota, Antonio Amato, presidente della Commissione Regionale sui Beni Confiscati, secondo il quale, in Campania e in tutta Italia, “il sistema della confisca del patrimonio mafioso è in grande affanno e necessita interventi legislativi nazionali, oltre che un deciso cambio di passo delle istituzioni locali”. Amato ha preso parte ieri a una audizione con il responsabile regionale dell’Agenzia Nazionale Beni Confiscati Giampaolo Capasso, l’assessore alle Autonomie Locali Pasquale Sommese, il consigliere regionale Corrado Gabriele, il commissario regionale antiracket Franco Malvano e il segretario generale della Fondazione POLIS Enrico Tedesco. “I dati portati dai responsabili locali dell’Agenzia Nazionale – spiega Amato – sono preoccupanti, fotografano una situazione estremamente complessa in cui si perpetua l’assurdità di beni che non possono essere assegnati perché gravati da ipoteca e di aziende che, per la quasi totalità, dopo la confisca sono destinate al fallimento”.