”Monti non e’ l’uomo giusto per guidare l’Italia”. E’ quanto titola il Financial Times on line in un editoriale di Wolfang Munchau spiegando che il suo ”governo ha provato a introdurre riforme strutturali modeste” annacquate fino alla ‘irrilevanza macroeconomica’. ”Ha promesso riforme” finendo per ”aumentare le tasse”: ”ha iniziato come tecnico ed e’ emerso come un duro politico” prosegue l’Ft sottolineando che anche sul calo dello spread, molti italiani ”sanno che e’ legato a un altro Mario, a Draghi”.

Dall’altra parte – prosegue il Financial Times sulla situazione italiana – Pierluigi Bersani pur avendo sostenuto le politiche di austerita’, adesso tenta di prenderne le distanze. Il leader del Pd si e’ inoltre mostrato ”esitante” rispetto alle riforme strutturali anche se – nota l’Ft – potrebbe avere, rispetto a Monti, una chance maggiore, seppur marginale, nel confronto con Angela Merkel grazie alla sua migliore possibilita’ di collaborazione con Francois Hollande, il presidente francese socialista. Monti invece, prosegue il quotidiano, da premier non ha detto alla cancelliera tedesca ”che l’impegno per la moneta unica sarebbe dovuto dipendere dall’unione bancaria”, dagli eurobond e da ”politiche economiche piu’ espansive da parte di Berlino”.

Per quanto riguarda, invece, Berlusconi l’Ft nota che l’alleanza con la Lega, seppur indietro nei sondaggi, sta avanzando : ”fino ad ora la campagna dell’ex primo ministro e’ stata positiva. Ha lanciato un messaggio anti-austerita’ cui e’ sensibile l’elettorato deluso. E ha inoltre continuato a criticare la Germania per la sua riluttanza ad accettare gli eurobond e a permettere che la Bce acquistasse bond italiani incondizionatamente”. L’Ft torna poi su Monti ricordando anche che tra i suoi argomenti c’e’ stato quello di aver salvato l’Italia dal ‘baratro’ e da Silvio Berlusconi. Per il Professor Munchau si augura cosi’ che la ”storia gli accordi un ruolo simile a quello giocato da Henrich Bruning, il cancelliere tedesco tra il 1930-1932. Anche lui e’ stato parte di un consenso prevalente sul fatto che non ci fosse alternativa all’austerity”, conclude nell’articolo chiosando che ”L’Italia ha ancora poche scelte. Ma le deve fare”.

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